Senza ministri. Ma con 268 lavoratori che potrebbero salvarsi dal licenziamento. Il vertice su Meridiana al ministero del Lavoro si è caratterizzato per la proposta presentata da Meridiana alle parti sociali che contiene un leggero miglioramento in termini di contenimento degli esuberi. Nel dettaglio si tratta di 268 lavoratori in meno coinvolti nella procedura di mobilità. Le misure per il contenimento riguardano per la maggior parte la ricollocazione di parte del personale a fronte del piano di rilancio e pensionamenti.
“Rispetto a questo importante passo avanti fatto dall’azienda e allo sforzo messo in campo – recita il comunicato della compagnia aerea sarda – resta ferma la richiesta di Meridiana di riconoscere al proprio personale, così come avvenuto per Alitalia, un trattamento di mobilità di durata di fino a cinque anni, alle medesime condizioni economiche previste oggi dalla Cassa Integrazione Straordinaria – dunque all’80% della retribuzione – portando il periodo complessivo di sostegno sociale sino a nove anni. Meridiana auspica pertanto che entro il 21 ottobre si possa dare attuazione a questo progetto in modo condiviso e sottolinea che il fattore tempo è fondamentale per la ristrutturazione dell’azienda”.
Assenti Poletti e Lupi: il taglio degli esuberi con prepensionamenti e la Continuità territoriale 2
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti e quello dei Trasporti, Maurizio Lupi, non si sono visti. Avevano già ricevuto la bozza di Piano industriale da Meridiana e hanno preferito presentarsi alla data decisiva del prossimo 21 ottobre per la deadline della trattativa. Ecco i punti della proposta di Meridiana. L’azienda ha proposto 178 persone che uscirebbero dal perimetro dei licenziamenti, lavorando con le nuove rotte della Continuità territoriale 2. Gli aerei in Sardegna passerebbero così da due a quattro (tre con base a Olbia e uno a Cagliari), nella previsione che Meridiana-Air Italy operi le rotte onerate da Olbia e Cagliari per Torino, Bologna, Verona e Napoli. Ovviamente si tratta di numeri aleatori, dal momento che la continuità territoriale cosiddetta per “le rotte minori” va a bando di gara e l’Unione Europea ha già posto seri paletti contro ipotesi di Aiuti di Stato. Come possono Regione e Meridiana mettersi fuori dal mercato e dalla concorrenza con un accordo del genere? Domanda senza risposta. Ai 178 lavoratori potenziali, si aggiungerebbero 90 prepensionamenti attraverso meccanismi di scivoli e calcolando almeno 5 anni di mobilità. Dunque numeri fisiologici che usufruiscono di ammortizzatori sociali, ricadendo sulla collettività, destinati comunque ad uscire dal perimetro aziendale.
Proposto un nuovo job posting in Air Italy
I sindacati, seguendo una linea coerente, hanno rispedito al mittente una simile proposta. Ma la nuova rottura (in realtà non c’era mai stata una vera ricomposizione) tra azienda e parti sociali si è avuta quando Meridiana ha riproposto il meccanismo del job posting, la scelta volontaria in base a cui i dipendenti Meridiana, con contratti Meridiana, scelgono di passare in Air Italy, siglando un nuovo contratto Air Italy e perdendo l’anzianità di servizio vantata presso la compagnia madre. I numeri sono comunque risicati: 45 job posting insieme a 37 passaggi di lavoratori da tempo determinato a tempo indeterminato (che usufruirebbero delle agevolazione contributive previste dalla Legge di Stabilità del Governo Renzi) in Air Italy. Davanti a questa prospettiva la maggior parte dei sindacati ha confermato la linea portata avanti finora, in netta contrapposizione a quella dell’azienda, che si sostanzia in questi punti: nessun licenziamento a fronte dei 1634 iniziali, ora diventati 1366; l’unificazione aziendale, con Air Italy che confluisce in Meridiana con unico Coa (Codice volo) e unico contratto, compresa una lista unica dei lavoratori che mantenga l’originaria anzianità di servizio; infine la richiesta alla compagnia di scoprire le carte su eventuali compratori o alleati. “Con 15 o 18 aerei non si va da nessuna parte – ha spiegato Francesco Staccioli del sindacato Usb – a questo punto vedremo cosa succederà il 21 ottobre”
Tensione al tavolo con Uil e Anpav pronte ad abbandonare la linea della fermezza
Pare ci siano state forti frizioni di tutti gli altri sindacati contro Uil e Anpav, che in tutta la trattativa Meridiana hanno avuto un atteggiamento dialogante con l’azienda. Se la Uil nelle ultime settimane pareva aver condiviso la linea degli altri sindacati, chiedendo che rientrassero tutti i licenziamenti, sembra che la proposta dell’azienda per la parziale riduzione degli esuberi abbia fatto breccia nel sindacato. Atteggiamento di apertura che ha scatenato l’ira delle altre sigle, ma soprattutto degli oltre 200 lavoratori Meridiana che si trovavano all’esterno del ministero. All’uscita della delegazione della Uil Trasporti si sono vissuti momenti di forte tensione, con i sindacalisti accolti dalle urla e dai cori “Buffoni, buffoni”; tensione che fortunatamente non è degenerata con l’intervento delle forze dell’ordine che hanno riportato la calma.
Meridiana e Air Italy unica compagnia, la richiesta del ministero. Ipotesi di ricollocazione dei licenziati
I tecnici dei ministeri, insieme con la Regione e i sindacati, puntano sulla “ricongiunzione” di Meridiana e Air Italy, in modo da fermare la concorrenza dentro la compagnia della controllata che effettua voli in continuità territoriale e copre rotte che potrebbero eseguire gli aerei di Meridiana. L’idea è sempre quella di una lista unica per i lavoratori delle due compagnie aeree. Il Governo ha anche stigmatizzato un uso abnorme degli ammortizzatori sociali senza che questi creino nuove prospettive occupazionali o un rilancio dell’azienda: un atteggiamento che vedrebbe l’avallo del premier Renzi e allontana l’ipotesi di due anni ulteriori di cassa integrazione. Resta in pista, invece, il ricorso a una mobilità da tre a cinque anni a seconda dell’anzianità di servizio sul modello Alitalia. Infine il Governo si è impegnato a studiare percorsi sostenibili volti alla ricollocazione dei lavoratori che dovessero essere licenziati insieme alle regioni di appartenenza: Sardegna, Lombardia e Veneto.
Giandomenico Mele