Ci sono due novità sostanziali sul tavolo della vertenza Meridiana. Un fattore di novità è l’aumento del volume della protesta, con i primi episodi di tensione con le forze dell’ordine. Questa mattina davanti alla palazzina sede degli uffici amministrativi di Meridiana nell’aeroporto Costa Smeralda di Olbia, mentre all’interno della sede della compagnia si svolgeva un nuovo incontro tra l’azienda e le parti sociali, c’è stato un piccolo tumulto, con i dipendenti di Meridiana, con le ormai note “magliette rosse” in prima linea, che cercavano di entrare dentro la palazzina, forzando il cordone di sicurezza della polizia. Ci sono stati inevitabilmente momenti di tensione, con spinte da parte della polizia per frenare la piccola onda umana, ma nessun uso di manganelli. Nella concitazione, secondo i primi riscontri che restano da confermare, sarebbe rimasta leggermente contusa anche una sindacalista della sigla Usb, quella che rappresenta gli assistenti di volo. Niente di grave, dunque. Ma i primi segnali di una protesta che con l’andare avanti dei giorni e accumulando carichi di tensione poco controllati, rischia di degenerare e portare a episodi violenti assolutamente deprecabili.
Insulti al management e un sindacalista della Cgil nel mirino
Fuori dalla palazzina, le “magliette rosse” hanno inscenato una protesta che si è fatta ancora più folcloristica. Al solito corollario di insulti nei confronti dell’amministratore delegato della compagnia aerea, Roberto Scaramella, questa volta si è aggiunto l’uso di un sottofondo con strumenti musicali e una canzone di Masini intonata a squarciagola e dal titolo inequivocabile. Ma questa mattina si è aggiunto anche un episodio che segna una rottura evidente sul tavolo delle trattative, che separa l’Usb, il sindacato considerato più oltranzista, maggioritario con oltre 500 iscritti nella categoria degli assistenti di volo (quelli più colpiti dai licenziamenti con oltre 900 esuberi dichiarati), dalla Cgil: il segretario regionale della Filt-Cgil, Arnaldo Boeddu, è stato “avvertito” con toni tra il sarcastico e l’intimidatorio di non abbandonare la strada dell’unità, secondo la quale i sindacati dovrebbero mantenere una condotta unitaria che chieda di scongiurare tutti i licenziamenti, con il ricorso ad altri due anni di cassa integrazione “conservativa” (che l’azienda rifiuta nettamente e senza il cui consenso, con l’inserimento all’interno di un piano industriale, non può essere attivata) e la lista unica tra Meridiana e Air Italy. Modello di trattativa che alcuni sindacati cominciano a mettere in dubbio e che le trattative separate, che sono iniziate con la divisione del settore Maintenance e che proseguiranno con gli amministrativi, concludendosi con la separazione tra piloti e assistenti di volo, potrebbero smontare.
La compagnia: “Proteste hanno impedito lo svolgimento della riunione”
In serata Meridiana ha diffuso una nota nella quale spiega come “per tutta la durata dell’incontro, all’esterno della sede, un gruppo di una cinquantina di dipendenti riuniti sotto la palazzina, ha protestato rumorosamente e con toni molto accesi, rendendo estremamente difficile lo svolgimento della discussione. Non è stato trovato un accordo sull’opportunità che la protesta in corso prendesse una forma compatibile con le normali esigenze di una riunione quale quella in corso”. L’azienda dunque prende le distanze da una protesta che rischia di accendersi sempre di più, anche dopo l’episodio di danneggiamento di alcune lastre della recinzione di protezione della sede, per i quali tuttavia Meridiana ha preferito non denunciare nessuno pur essendo in possesso di filmati che riprenderebbero il volto degli autori del gesto.
“L’azienda ritiene che questa situazione abbia indotto tutti i partecipanti al tavolo a convenire che non vi fossero le condizioni ambientali per continuare – continua la nota – mentre tutte le attività degli uffici e di volo si sono svolte regolarmente e nei prossimi giorni la procedura continuerà a svolgersi come prescritto dalla legge e secondo la tempistica prevista”.
Nulla di fatto nel vertice: Scaramella non si presenta, i sindacati accusano Carcone e Pippobello di non aver firmato il verbale
Condizioni ambientali a parte, il solito muro contro muro non ha aperto fronti di dialogo. Anzi. Le accuse al management e le notizie su procedure di assunzione previste in Air Italy per martedì prossimo a Malpensa, hanno creato tensioni e diffidenza reciproca. I sindacati hanno consegnato un verbale che non sarebbe stato sottoscritto da due rappresentanti aziendali, Paolo Carcone (direttore del Personale) e Ivano Pippobello (direttore generale). “Riteniamo tale scelta, unita alle mancate risposte del precedente incontro – recita il verbale – un atto grave e lesivo delle prerogative e diritti posti in capo al sindacato”. Da parte sua l’azienda ha precisato come “al tavolo erano presenti sette delle nove sigle firmatarie degli accordi di mobilità del 2011 e 2012 e, in rappresentanza dell’azienda, il direttore del Personale, il direttore Operazioni e il direttore Controllo di Gestione – recita la nota stampa di Meridiana – ovvero il massimo livello aziendale, considerate le materie da discutere. Sono stati presentati circa il 70% dei documenti richiesti dalle sigle sindacali”. Posizioni, come si vede, sempre più inconciliabili. Anche su situazioni che dovrebbero essere di evidenza oggettiva.
Giandomenico Mele