Meridiana, riduzione flotta e spettro cig per 1700 dipendenti

“Il mancato svolgimento delle rotte in continuità – ha detto l’Ad Scaramella – implica una riduzione di 8 aerei e l’inevitabile ricorso in Sardegna alla cassa integrazione”.

La continuità territoriale è un terremoto che rischia di affondare Meridiana. L’allarme arriva direttamente dall’amministratore delegato della compagnia, Roberto Scaramella, durante il consiglio comunale aperto convocato dall’amministrazione di Olbia per affrontare la crisi della compagnia aerea sarda. Il dato preoccupante arriva alla fine dell’intervento, un allarme che coincide con la dura condanna del governatore Ugo Cappellacci e delle sue scelte sul bando per la continuità territoriale.

“Il mancato svolgimento delle rotte in continuità su Roma e Milano da Cagliari e Alghero – ha spiegato Scaramella – implica per il periodo invernale una riduzione della flotta di 8 aerei (dagli attuali 28 a 20, ndr) con l’inevitabile ricorso in Sardegna alla cassa integrazione. Il limite consentito è di 1700 persone da mettere in Cig, ora vedremo come comportarci”. Altro che rilancio del network o centralità della Sardegna. Cappellacci o meno, Meridiana fa diversi passi indietro.

Scaramella: “La continuità non era sostenibile, la Regione finanzia le low cost”

Scaramella definisce “scelta grave quella di rinunciare alla continuità territoriale su Cagliari e Alghero, ma condivisa da tutto il management”. La questione sta nei conti. “L’azienda non può sopportare perdite strutturali – dice l’ad di Meridiana – ora vediamo cosa si potrà fare sulle rotte della Continuità territoriale 2, altrimenti per la successiva stagione estiva valutiamo interventi per trasportare più passeggeri. La continuità concepita dalla Regione è un meccanismo insostenibile, ma non abbandoniamo la Sardegna, come dimostra il più 40% sui voli in partenza dall’Isola per le mete estere nel 2013”. Mercato debole, distorsioni competitive, concessione da parte degli aeroporti minori e delle amministrazioni locali di fondi alle compagnie aeree low cost. Ecco le voci dello scandalo che condannano la compagnia a un inferno industriale. “Le low cost sono come dei predatori – attacca Scaramella – che utilizzano i fondi sulle rotte nazionali, Ryanair ha il 70% dei passeggeri che volano per destinazioni nazionali. In questo contesto – continua Scaramella – Meridiana ha rispettato gli obiettivi programmati, con un risultato operativo per quest’anno che ha dimezzato le perdite”.

Scaramella elenca i risultati operativi: conti migliorati, ma “spariscono” 6 Md80 e due Airbus 

In un contesto che comporta la valutazione sulla sostenibilità delle rotte per la continuità territoriale, Meridiana ha deciso di alzare bandiera bianca. Scaramella elenca i miglioramenti dei risultati operativi, come a dire che le rotte in convenzione avrebbero annullato quei benefici. Il risultato per l’inverno, tuttavia, parla di 8 aerei in meno (6 Md80 e due Airbus) e un ulteriore ricorso alla Cassa integrazione che verrà allargata “fino all’uso di una parte addizionale – spiega l’ad Scaramella – per raggiungere la quota massima di 1700 persone in Cassa integrazione”.

“Si tratta di una decisione obbligata – spiega ancora Scaramella – con risultati economici che sarebbero stati negativi dopo che per anni Meridiana ha erogato servizi in continuità territoriale in forte perdita e senza contributi pubblici. Ora Meridiana non può più farsi carico di tali costi per offrire un servizio sulle tratte onerate anche per i turisti”. In ballo c’è il ricorso al Tar di Meridiana contro il bando per la continuità territoriale. “Fondi insufficienti e in contrasto con la normativa europea sugli aiuti di Stato – spiega ancora Scaramella – perché offerti a non residenti e che rappresentano un ostacolo allo sviluppo della Sardegna. Un prezzo da pagare per tutti i passeggeri e una capacità operativa insostenibile – continua l’ad di Meridiana – visto che la Regione stabilisce tassativamente le frequenze e il numero di voli su Fiumicino e Linate, di fatto imponendole alle compagnie e non consentendo loro di migliorare l’operativo stesso”.

Scaramella ha confermato invece che l’offerta su Olbia consente di difendere la base principale della compagnia aerea sia a livello industriale che occupazionale. Infine l’elenco sui buoni risultati operativi del 2013: riduzione dei costi unitari e contratti di fornitura con risparmi di spesa tra il 10 e il 15 %; anticipo sul programma di integrazione delle strutture ex Meridiana, Eurofly e Air Italy e riduzione costi operativi complessivi intorno al 30%. “Abbiamo anche ridotto da 150 milioni a 100 milioni di euro i debiti con i fornitori – sottolinea Scaramella – e stiamo ridiscutendo con le banche il debito finanziario. Abbiamo raggiunto anche risultati positivi sulla stagione estiva, con un tasso di puntualità dell’88 % ,meglio della media europea, e un load factor (tasso di riempimento, ndr) del 75% , due punti meglio dell’anno scorso”.

Il dato negativo è quello sui passeggeri complessivi trasportati nel 2013: meno 9% rispetto all’anno scorso, con una capacità del 18% inferiore. In più un recupero di redditività del 40% in Sardegna, con l’aumento dei ricavi da passeggeri del 16%. Dati positivi? Senza dubbio. Ma allo stato delle cose, tra poche settimane voleranno 8 aerei in meno e altri lavoratori finiranno in cassa integrazione. Dunque, chi ha vinto e chi ha perso?

Giandomenico Mele

 

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