Roberto Scaramella, l’amministratore delegato di Meridiana, ha sorpreso tutti. Dopo un esordio mediatico in sordina, fatto di “più lavoro e meno chiacchiere” e accompagnato da un profilo basso, ha deciso di cambiare strategia. Così negli ultimi giorni ha deciso di fare il giro delle redazioni. L’ex fedelissimo del principe Aga Khan sul fronte africano, da nuovo amministratore delegato di Meridiana ha capito l’importanza del messaggio. Così a stretto giro di posta ecco le dichiarazioni ai due principali quotidiani sardi (Unione Sarda e Nuova Sardegna) e intervista nella sede di Videolina davanti al direttore dell’emittente Emanuele Dessì.
Per dire cosa? Meridiana ha svoltato, Meridiana incrementa i passeggeri, la cassa integrazione aiuta ma sono i numeri che possono prospettare un futuro migliore. Tutto vero? Il futuro è roseo? Neanche per idea. Almeno stando a un rapporto completo elaborato e pubblicato dal Capa, il centro specializzato nell’analisi del comportamento dei vettori aerei mondiali. E il giudizio nei confronti della compagnia aerea sarda non è affatto lusinghiero.
L’azienda, si legge nel rapporto, rischia di restare sempre più indietro rispetto alla concorrenza perché troppo concentrata sul mercato domestico.
Cosa dice Scaramella nelle interviste più recenti? Vanta un incremento di passeggeri estivo del 12-13%, in controtendenza rispetto al mercato italiano che indicherebbe una flessione intorno al 4%. Si vanta dunque il turismo italiano, l’appeal della Sardegna e il ritorno del brand Meridiana sulla livrea degli aerei della compagnia, dopo l’epoca delle fusioni e dei marchi “misti” con Eurofly e Air Italy. Insomma, tutto rose e fiori. Solo che le analisi di mercato, davanti a una compagnia aerea che, senza l’apporto costante di liquidità di un principe ismaelita (l’unico proprietario, cioè Karim Aga Khan) sarebbe fallita già da anni, si fanno su economie di scala e su visioni prospettiche un po’ più lunghe. Dunque, cosa dice in sintesi il Capa?
Un’azienda in perdita, non competitiva e troppo adagiata sulle rotte della continuità territoriale aerea per la Sardegna. Questo il giudizio espresso dagli esperti del centro per l’aviazione specializzato nelle analisi di dati e servizi di mercato del trasporto aereo di tutto il mondo. A luglio, infatti, l’analisi del Capa si è concentrata su Meridiana, cui è stato dedicato un dettagliato rapporto corredato da grafici e statistiche.
Meridiana perde in competitività sulle low cost e pure su Alitalia.
Dal confronto fra il vettore sardo Alitalia e le compagnie low cost emerge che Meridiana non riesce ad essere competitiva neppure rispetto all’ex compagnia di bandiera: se ad Alitalia ogni posto a sedere costa 153 euro, Meridiana lo paga 180 euro. Meridiana, si legge nel rapporto Capa, è ancora più in difficoltà rispetto ad Alitalia: la sua flotta è vecchia, la sua rete internazionale è sottodimensionata e la sua dipendenza dal mercato interno rischia di renderla sempre più vittima della concorrenza delle low cost.
Secondo l’analisi del centro per l’aviazione, la differenza più significativa fra Meridiana e gli altri protagonisti del mercato italiano è la sua capacità di rete dominata dal mercato domestico: che è l’86% contro il 43% di Alitalia . Nell’attuale classifica nazionale Meridiana è al sesto posto fra i più grandi gruppi aerei in Italia per il numero totale di posti a sedere, con una quota del 5%. Ed è considerevole la distanza con il leader Ryanair in testa alla classifica con il 22 per cento seguita dal Gruppo Alitalia (20%) e EasyJet (11%).
In sintesi, conclude il centro per l’aviazione, Meridiana non ha alcun vantaggio competitivo su Alitalia ed è molto svantaggiata rispetto a tutte le più importanti compagnie low cost che operano sul mercato interno. La rete, basata sulla forza storica in Sardegna, Sicilia e alcune città regionali italiane non può essere sufficiente per competere con il miglior network internazionale di Alitalia e le tariffe più interessanti offerte dalle compagnie a basso costo. Anche se Meridiana conserva una parte abbastanza significativa della sua capacità operativa per il Nord America e l’Africa. La compagnia è la numero nove tra l’Italia e il Nord America e la numero11 tra l’Italia e il Nord Africa, ma la seconda (dietro Ethiopian Airlines) tra l’Italia e l’Africa orientale. Non è un membro di una delle alleanze globali di marca, anche se ha rapporti di code sharing con un numero di vettori “oneworld”, tra cui BA, Iberia, Finnair e Airberlin Per la sopravvivenza della compagnia – spiega il report Capa – saranno indispensabili ulteriori ricapitalizzazioni. Più che una profezia, una certezza.
Continuità territoriale, cassa integrazione, ricapitalizzazione e nuovo piano industriale.
Il report parte dai dati drammatici dell’ultimo esercizio: i ricavi totali del Gruppo sono stati di 580 milioni (in calo del 22% su base pro-forma) e la perdita operativa era di 83 milioni di euro, dopo aver aggiunto svalutazioni della flotta: 17 milioni di euro di ricavi sono stati ricevuti in regime di “continuità territoriale” per la Sardegna e la Sicilia, in cui Meridiana adempie gli obblighi di servizio pubblico su talune rotte in cambio di contributi pubblici.
La sua perdita netta è stata di 190 milioni di euro ed ha chiuso l’esercizio con un patrimonio netto negativo di 112 milioni di euro e un indebitamento netto di 136 milioni di euro. In considerazione della sua situazione finanziaria disastrosa, Meridiana è stata salvata dall’Aga Khan con una ricapitalizzazione di circa 200 milioni di euro in aprile del 2013 e il suo ritiro dalla Borsa di Milano, dopo che la holding Meridiana SpA ha assunto il pieno controllo di tutte le sue azioni. Un quadro che conferma come Meridiana, sul piano operativo, sia una compagnia aerea fuori dal mercato.
Il discorso è questo: la strategia di sopravvivenza resta quella di usare la cassa integrazione come leva finanziaria, un “leverage” a perdere solo per lo Stato che paga, utilizzando nel verso opposto i contratti meno onerosi e la flessibilità di Air Italy per rimanere in gioco. L’equazione non ottimale di ricapitalizzazioni uguale rilancio è stata sonoramente bocciata dal mercato e lo stesso Aga Khan avrebbe deciso di archiviarla uscendo dalla Borsa e cercando un partner commerciale. Meridiana a Piazza Affari non ha capitalizzato, non ha migliorato i suoi indici patrimoniali, ha solo fatto perdere un sacco di soldi al suo azionista di riferimento (ora unico) e a poco avveduti piccoli risparmiatori o ai pochi dipendenti azionisti.
Il mercato domestico condanna la compagnia alla marginalità: serve un grande partner.
Il report di Capa chiude in maniera perentoria: “In sintesi, si può concludere che Meridiana non ha alcun vantaggio di costo sul competitor come Alitalia e ha uno svantaggio di costo significativo contro le compagnie low cost. Dispone di una nicchia di rete, basata sulla forza storica in Sardegna, Sicilia e alcune città regionali italiane. Tuttavia, questo non può essere sufficiente per competere con una migliore rete internazionale di Alitalia (comprese le tratte disponibili attraverso i suoi partner dell’alleanza) e le tariffe più interessanti offerte dalle compagnie aeree low cost. In una certa misura, il regime di “continuità territoriale” può aver protetto Meridiana su alcune delle sue rotte nazionali, ma ha contribuito a creare pesanti perdite anche così. Ulteriori ricapitalizzazioni possono essere richiesti in futuro”. Repetita iuvant: ma l’Aga Khan non sarà proprio contento.
Giandomenico Mele