Macchiareddu, Eni conferma la vendita: “Impianto in perdita, ma restiamo qui”

Vendita dell’impianto cloro soda dell’Eni a Macchiareddu confermata in una videocall tra azienda e sindacati. E i lavoratori – già in stato di agitazione da circa un mese – pronti a nuove forme di lotta. I vertici dell’azienda oggi hanno spiegato che non è intenzione dell’Eni abbandonare gli impianti sardi. E che la smobilitazione sul cloro soda è un caso isolato. Fabrizio Sbarra, responsabile relazioni industriali, ha spiegato ai sindacati che l’impianto è in perdita e che si tratta solo di una cessione di asset che non intacca l’impegno dell’Eni nell’isola. Intanto, però, il caso approda in Consiglio regionale con una mozione dei Riformatori, prima firmataria Sara Canu. Le richieste: un intervento del Governo per la sospensione della vendita, l’apertura di un tavolo di confronto, la salvaguardia dei posti di lavoro e la “verifica della posizione di Eni nell’Isola”.

“Serve un’azione forte del Governo nazionale e della Regione per bloccare il disimpegno di Eni a Macchiareddu – spiega l’esponente della maggioranza -. Le prospettive che si stanno delineando non sono chiare e la preoccupazione dei lavoratori è più che giustificata”. La mobilitazione è già partita con scioperi e presidi ai cancelli. Chiara la posizione della Cgil. “La Regione deve svolgere il proprio ruolo – incalza il segretario Michele Carrus -, non limitarsi a fare da spettatrice davanti a scelte che riguardano il destino produttivo e occupazionale del territorio e di tutta la Sardegna”. Per il sindacato, il ruolo di Eni è fondamentale nello sviluppo dei settori produttivi anche in chiave tecnologica. “Un ruolo importante e strategico al quale non vogliamo rinunciare – avverte Carrus -, che non si esaurisce nella cessione di asset a terzi qualsiasi né nell’adozione di ammortizzatori per gli addetti, ma richiede un confronto che coinvolga le istituzioni e le parti sociali nella loro dimensione complessiva”.

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