L’inflazione complica la vita al 95% dei pensionati sardi: “Impoverimento drammatico”

Il rialzo dei prezzi generalizzato incide negativamente sullo stile di vita del 95 per cento dei pensionati. Per il 14,9 per cento di loro incide moltissimo, per il 56 per cento incide molto. Soltanto per il 25,8 per cento incide poco o niente. L’inflazione alle stelle e il taglio della rivalutazione sono state infatti due pesantissime stangate per il potere d’acquisto delle pensioni. Soprattutto in una regione come la Sardegna in cui gli importi sono estremamente bassi e il carrello della spesa continua ad aumentare.

È quanto emerge da un’indagine svolta a gennaio dalla Uilp in tutto il territorio nazionale. In base al report oltre 88 per cento dei pensionati sostiene di aver dovuto fare rinunce e sacrifici per arrivare a fine mese. Circa il 28 per cento dichiara di aver dovuto risparmiare sull’acquisto di generi alimentari e prodotti per la casa, oltre il 10 per cento ha risparmiato sull’acquisto di farmaci, il 36 per cento sia sui farmaci sia sui prodotti alimentari. A causa del carovita, oltre il 57 per cento delle pensionate e dei pensionati intervistati ha rinunciato al caffè al bar e l’80 per cento alle cene al ristorante. Oltre il 53 per cento ha smesso di praticare hobby e sport e il 49 per cento ha rinunciato alla cura personale, ad esempio al barbiere o al parrucchiere.

Il 69 per cento non va più al cinema, a teatro o ai concerti. Ben l’83 per cento dichiara infine di non poter più permettersi di fare viaggi. Anche sul fronte dell’energia i pensionati hanno dovuto tirare la cinghia: il 90 per cento ha dovuto spegnere o abbassare il riscaldamento in casa e l’88 per cento ha ridotto fortemente il consumo di elettricità. Inoltre, il 55 per cento ha dovuto rinunciare all’uso quotidiano dell’automobile. Eppure, nonostante la perdita del potere d’acquisto, il 70 per cento delle pensionate e dei pensionati continua ad aiutare a livello economico un familiare, molto spesso un figlio o una figlia. “Il questionario fotografa un costante impoverimento della categoria dei pensionati – spiega il segretario generale della Uil pensionati Sardegna, Rinaldo Mereu -. Nella nostra regione i beneficiari di prestazioni pensionistiche sono tanti e gli importi delle pensioni sono molto bassi. Di contro il costo delle bollette è leggermente più alto rispetto alla media nazionale e il carrello della spesa è in continuo aumento. A fronte di questa situazione c’è da considerare anche il mancato adeguamento delle pensioni: per questo motivo la Uilp nazionale sta aprendo delle cause pilota presso la Corte costituzionale per affrontare la legittimità della condotta del Governo”. In Sardegna i pensionati sono complessivamente 472.053 e prendono in media 804,48 euro. A questa situazione si aggiungono le enormi difficoltà di erogare servizi adeguati, soprattutto nelle zone dell’interno: carenza di assistenza sanitaria sul territorio anche per mancanza dei medici, lunghe liste d’attesa, carenza di alcuni medicinali importanti. Per questo la Uilp rivendica l’attivazione di tavoli di confronto a livello regionale che affrontino in primis le liste d’attesa e poi il tema fondamentale della medicina territoriale.

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