Il Banco di Sardegna, istituto controllato al 51% da Bper Banca (già conosciuta come conosciuta in passato come Banca Popolare dell’Emilia Romagna) procederà alla cessione di gran parte dei suoi crediti in sofferenza con l’utilizzo della Gacs (garanzia pubblica). Un passo annunciato in una conferenza stampa pochi giorni fa, e considerato un lasciapassare per una possibile fusione nella controllante. La notizia si legge in un articolo firmato da Marco Sasso su Italia Oggi.
L’operazione per il maxi accantonamento
Secondo quanto si legge sul quotidiano economico l’iniziativa si inserisce nell’ambito del “processo di de-risking” già annunciato da Bper. Obiettivi: un maxi accantonamento da 1 miliardo di euro a fine anno. Il passaggio successivo con l’ipotesi di fusione per il Banco di Sardegna è tracciato da Equita SIM, società specializzata in consulenza finanziaria, per cui si potrebbe avere così “rilascio di capitale a livello di gruppo e qualche decina di milioni di euro di sinergie da costo”. Confermato comunque il rating hold e il target price a 5,1 euro su Bper . Invece Mediobanca Securities – banca d’affari milanese – ha calcolato che al Banco di Sardegna fa capo il 23% delle sofferenze del gruppo Bper , con riferimento al primo semestre di quest’anno, con un indice di copertura (coverage ratio) del 54%. Secondo gli analisti – si legge ancora – “una riduzione del capitale del Banco di Sardegna non inciderebbe sul Cet1 del gruppo, in quanto Bper può non contabilizzare il capitale di minoranza (circa 0,4 miliardi di euro, secondo le stime di Mediobanca)”. La riduzione della sofferenza si può comunque realizzare: “mantenendo adeguati i livelli di patrimonializzazione”. Tuttavia gli esperti di Banca Akros (rating neutral e target price a 4,50 euro su Bper ) reputano necesasrio: “un sostanziale innalzamento degli indici di copertura, previsto dal ceo di Bper agli inizi del 2018”. Attualmente il titolo Bper scambia a quota 4,294 euro a Piazza Affari, in rialzo dello 0,94%.
Foto Roberto Pili
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