L’economia dell’Isola fatica ancora, Bankitalia: “Investimenti e fatturato in calo. Turismo importante ma non basta”

di Lorenzo Musu

L’economia della Sardegna rallenta ancora. È quanto dimostrano i dati raccolti dalla Banca d’Italia: un prodotto aumentato dello 0,4 percento nel primo semestre del 2024 rispetto all’1 percento circa dello stesso periodo nel 2023. Diversi i fattori in cambiamento quest’anno, presentati durante l’incontro sull’Aggiornamento congiunturale a Cagliari, nella sede bancaria di Largo Carlo felice.

Fra i numeri più preoccupanti quelli relativi alle imprese, leggermente indebolite nonostante l’aiuto dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) negli investimenti pubblici. Penalizzata l’industria in senso stretto, ad eccezione del comparto alimentare e petrolifero, e l’edilizia.  Proprio quest’ultima ha visto un calo della domanda di privati, che non è stato pareggiato dall’espansione dei lavori pubblici in gran parte legati ai cantieri finanziati dal Pnrr. La percentuale di gare aggiudicate nell’ambito del Piano è inferiore in relazione al resto d’Italia. 

Calati anche investimenti e fatturato rispetto ai primi tre trimestri del 2023. I consumi inoltre scendono, in un clima di fiducia incerto dato l’attuale periodo storico. Tanti però gli aspetti positivi da tenere in considerazione. L’occupazione regionale cresce del 2,8 percento (1,5 in Italia) rispetto allo scorso anno. Più alta anche la partecipazione al mercato del lavoro e in calo la disoccupazione, trend che va avanti da un biennio. Tanti i posti di lavoro a tempo determinato, in particolare nel settore del turismo. Turismo collegato ai trasporti. Secondo Assaeroporti, il numero di passeggeri negli scali sardi è aumentato dell’11,3 percento nei primi otto mesi del 2024.

Il direttore della sede di Cagliari della Banca d’Italia, Stefano Barra, reputa il turismo molto importante per la crescita dell’Isola, tuttavia: «Non sembra portare un’occupazione stabile nel tempo, o benefici nel medio-lungo periodo. Quindi – sostiene Barra – servono anche altre cose, come infrastrutture più importanti e scelte decisive su aree fondamentali come l’energia».

L’inflazione si è stabilizzata, in linea con la media nazionale. Niente aumento dei prezzi rispetto allo scorso anno, quindi risalita del potere d’acquisto, cioè la quantità di beni acquistabili visti i prezzi del momento. Dopo il calo delle esportazioni del 2023, la domanda estera torna a dare il suo contributo all’economia.  Il costo del credito ha iniziato a ridursi, come i tassi di interesse dei mutui. I prestiti alle famiglie hanno infatti lievemente accelerato, mentre i depositi bancari sono tornati in positivo, con un aumento del 3,3 percento, dopo un 2023 in negativo. 

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