Lavoro, nel Cagliaritano in due anni persi 1.200 posti in bar e ristoranti

Oltre mille e duecento posti di lavoro in meno. Sono quelli persi nel settore della ristorazione e dei bar nella Provincia di Cagliari. Da circa 8.500 del 2019 sono passati a 7.225 del 2021, oltre il 15 per cento dei posti di lavoro si è volatilizzato e a farne le spese sono soprattutto le donne: -19,8 per cento di occupazione femminile contro il 12,5 di quella maschile. I dati sono stati illustrati da Giuseppe Scura, direttore generale di Confcommercio Sud Sardegna in occasione del Talent Day, evento di incontro tra aziende e candidati organizzato dall’associazione di categoria, in collaborazione con Aspal.

La caduta di occupazione in questi ultimi due anni ha riguardato soprattutto la fascia di età tra i venti e i trent’anni. In campo trenta imprese per proporre circa 500 posti di lavoro. I candidati che si sono iscritti a Talent sono per ora centocinquanta. I numeri sono dalla parte di chi cerca lavoro (anche se si aspettano curriculum e presenze dell’ultimo momento): ora però si tratterà di capire se le caratteristiche dei candidati piacciono alle aziende. E se gli aspiranti lavoratori sono d’accordo con le proposte contrattuali delle imprese. Tutto dipenderà dall’esito dei colloqui. Il progetto è promosso dalla Fipe- Confcommercio.

Presente all’illustrazione dei dati sul mondo dell’occupazione nei pubblici esercizi anche l’assessora regionale al Lavoro Alessandra Zedda: “Purtroppo – ha detto parlando in generale di tutto il mondo del lavoro – ancora domanda e offerta non si incontrano. La Regione insieme ad Aspal è operativa su questo fronte con numerose iniziative ad esempio con le borse lavoro.
Purtroppo ultimamente ci sono state delle strategie che hanno allontanato le persone dal mondo del lavoro, mi riferisco in particolare al reddito di cittadinanza. Anche se è giusto rimarcare che se a volte ci troviamo di fronte a stipendi non adeguati alle professionalità richieste. Stiamo cercando di colmare queste lacune proprio insieme alle associazioni di categoria”.

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