L’asino sardo, dalla tutela della razza alle opportunità su turismo e sociale

L’asino sardo è stato al centro dell’incontro organizzato da Coldiretti Nuoro-Ogliastra con un focus, tra esperti, istituzioni e operatori del settore in cui sono state messe in luce le prospettive della filiera legata alle razze isolane.

Dal seminario, che si è svolto all’Exmè di Nuoro, è emerso come siano ancora tante le potenzialità della filiera legata all’allevamento dell’asino in Sardegna in particolare per le opportunità in termini di sostegno all’agricoltura, a partire dalla produzione del latte utilizzato per l’alimentazione, molto apprezzato per le peculiarità organolettiche nella riduzione del rischio di allergie o intolleranze, ma anche per l’uso sempre maggiore in dermatologia e cosmesi. Durante il dibattito si è anche parlato di onoterapia (ossia la pet therapy fra paziente e asino), e di turismo lento, in cui l’asino diventa, in alcuni territori dell’Isola, uno dei protagonisti. 

Il presidente Coldiretti Nuoro-Ogliastra, Leonardo Salis, ha ricordato la funzione dell’animale nella vita sociale e rurale di un tempo, soprattutto nelle piccole comunità sarde: “In particolare come mezzo di trasporto durante la transumanza quando le famiglie facevano anche 50 chilometri per spostare le greggi. Oggi grazie a chi ne ricorda l’importanza – ha spiegato Salis -si rinnova la necessità di valorizzare questa filiera”. Sotto questo aspetto, ha aggiunto il direttore Coldiretti Nuoro-Ogliastra, Alessandro Serra “questo incontro rappresenta solo una tappa di un percorso che vogliamo portare avanti per rilanciare questa importante biodiversità della Sardegna, forti del fatto che l’asino è un animale particolarmente duttile e mansueto e si presta, come dimostrato in tantissime esperienze nella nostra vita, alle attività ludiche e didattiche con i più piccoli – aggiunge – senza dimenticare le terapie che vengono fatte dall’onoterapia verso i portatori di disabilità. Vogliamo costruire un percorso attraverso una serie di incontri periodici che coinvolgono tutto il comparto produttivo e allevatoriale della Sardegna – conclude Serra – per sensibilizzare i territori nella necessità di rivalutare l’importanza dell’asino e per potenziare i numeri del settore e rendere maggiore consapevolezza nel sistema dell’allevamento sulla sua utilità”. 

Durante l’incontro Anna Rocca, funzionario dell’agenzia Laore (servizio Sviluppo rurale), ha illustrato alcuni passaggi della legge regionale sulla Biodiversità che tutela, tra le razze animali, anche l’asino. Da qui l’importanza della normativa per “conservare nei secoli questo patrimonio grazie anche al lavoro degli agricoltori e allevatori che con le loro pratiche hanno salvaguardato e oggi valorizzato queste biodiversità che rappresenta una ricchezza sia ambientale che economico come attrattive turistico”. Il professor Salvatore Naitana (docente Dipartimento di Medicina veterinaria), ha fatto il punto sul benessere animale, le buone pratiche di allevamento sulla riproduzione, sulla genetica, sul comportamento e sull’alimentazione. Piero Maria Serusi, educatore e operatore di onoterapia, infine, ha sottolineato i benefici sulla salute derivanti dalla “pet therapy” con l’asino, anche nei progetti di turismo lento, mentre Franca Carboni insieme a Giovanni Serra, autori del libro: “L’asino sardo“, hanno raccontato aneddoti sull’asino tra cultura e tradizione.

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