Al via la stagione del turismo open air (campeggi e villaggi), che nei programmi dovrebbe segnare il rilancio dopo il crollo del 2020 e la mezza stagione del 2021. Sul settore pesa però l’incognita caro traghetti.
È quanto emerge dal report di Faita Sardegna, l’associazione che riunisce i campeggi sardi, che a Pasqua avvia ufficialmente la nuova stagione con le prime aperture delle strutture. L’obiettivo è raggiungere i numeri del 2019 quando nei camping dell’Isola arrivarono 2,5 milioni dei 15,8 milioni di turisti arrivati in tutta la Sardegna.
“Il 2020 è stato un disastro per tutto il turismo sardo crollato del 56,5 per cento, passando da 15,8 milioni del 2019 a 6,88 milioni del 2020 – queste le elaborazioni Faita Sardegna sui dati dell’Osservatorio Sardegna turismo – A mancare sono stati soprattutto gli stranieri che rappresentano una fetta fondamentale del turismo all’aria aperta. Nel 2020 i turisti che hanno scelto i campeggi sono stati 1,33 milioni, il 45,7 per cento rispetto all’anno prima”.
“Con le prenotazioni ci stiamo avvicinando ai dati del 2019 afferma il presidente di Faita Sardegna Nicola Napolitano -, nei campeggi già aperti ci sono finalmente i turisti stranieri. Le nostre strutture ben si adattano anche alla maggiore attenzione dei turisti agli spazi ampi ed al contatto con il territorio”.
L’incognita è però rappresentata dal caro traghetti. “C’è voglia di Sardegna ma ci si scontra con prezzi dei trasporti assurdi – denuncia Napolitano -. I nostri clienti viaggiano soprattutto in nave dove devono affrontare prezzi improponibili. Addirittura una notte in nave costa quanto una settimana nelle nostre strutture in piena stagione. Questo penalizza pesantemente il turismo, soprattutto in un momento di grave crisi economica. La politica non può stare indifferente ma deve intervenire per calmierare i prezzi”.