La stagione record dell’agnello sardo Igp. Solinas: “Merito del nostro intervento”

A tre mesi dal Natale, per l’agnello sardo Igp si spera in un’altra stagione d’oro come quella appena trascorsa, quando le quotazioni registrate sono state le più alte degli ultimi 30 anni: 5,54 euro al chili (pagato al pastore a peso vivo) e 6,80 euro al chili durante le festività, incluse quelle pasquali. Il fatturato totale è stato di 62 milioni di euro al consumo, di cui 15 ricavati dall’export. Sono cresciuti anche gli agnelli marchiati Igp: in totale 784.983, con un +4% rispetto alla stagione 2020/2021 che ne registrò 753.938.

I numeri sono contenuti nel report annuale di Contas, il Consorzio di tutela dell’agnello Igp di Sardegna. Per stagione si intende il periodo che va da settembre di ogni anno ad agosto del successivo. Ora partirà il programma “Agnello di Sardegna Igp: buono, sano, garantito”, finanziato nell’ambito del bando relativo ai programmi di promozione dell’agri-food europeo Enjoy Eu con azioni di promozione dentro e fuori i confini dell’Europa. “Il Contas – spiega il presidente Battista Cualbu – ha presentato un progetto che ponesse l’attenzione verso gli obiettivi del Green Deal europeo, enfatizzando i concetti della sostenibilità della nostra filiera. Un altro punto è stato quello di sottolineare gli elevati standard di sicurezza e qualità, nonché la diversità e gli aspetti tradizionali della filiera. Il bando ci ha assegnato 481mila euro di finanziamento per azioni di promozione”.

Dice il direttore di Contas, Alessandro Mazzette: “La denominazione Igp ha raggiunto quota 5.100 imprese riconosciute (4798 soci e 302 non associati) a cui si aggiungono 25 imprese di macellazione e 16 di porzionatura”. La provincia con il maggior numero di aziende è quella di Nuoro con il 32% dei soci, a cui seguono Sassari con il 28%, Cagliari con il 21% e Oristano con il 19%. All’interno del Consorzio si registra una buona presenza della componente femminile con 919 donne (19%). Nel 2021 sono stati macellati 757mila agnelli Igp che rappresentano il 77% dell’intera produzione regionale e il 64% di quella nazionale riferita all’agnello da latte. Se consideriamo l’annata 2021/2022 (settembre 2021-agosto 2022) sono stati certificati 784.983 capi Igp su 963.646 agnelli macellati in totale in Sardegna con una percentuale che supera l’81,5%.

Sul tema è intervenuto Christian Solinas: “Gli ultimi dati sulla produzione dell’agnello sardo, che evidenziano un aumento del fatturato e delle quotazioni, mostrano un comparto in salute che, grazie a una qualità indiscussa, sta rafforzandosi nei mercati”. Il presidente della Regione parla di “dati confortanti, a conferma che le risorse messe in campo dalla Giunta e destinate agli allevatori sardi sono state ben investite in funzione della crescita del settore e di tutta l’economia dell’Isola”.

Solinas dice: “In questo momento delicato, caratterizzato da un aumento inarrestabile dei costi di energia e materie prime, è dovere della Regione fare il possibile per continuare a sostenere i settori più di altri penalizzati dalle turbolenze dei mercati. Siamo l‘unica Regione italiana ad essere intervenuta con proprie risorse per il sostegno al settore, con 7,30 euro a capo, cui si aggiungerà 1 euro da parte del Governo nazionale. Già da subito, alle prime avvisaglie di questa nuova crisi accentuata dal conflitto in Ucraina, uno dei nostri primi impegni, poi mantenuti nella Finanziaria, era stato proprio quello di avviare un intervento straordinario, di oltre 40 milioni di euro, per le aziende agricole e zootecniche, per far fronte agli aumenti indiscriminati”.

Per il futuro dice ancora il presidente: “Ora siamo in attesa, per i nostri suinicoltori, della fine delle restrizioni dell’export delle carni sarde, dopo un lungo percorso virtuoso che ci è stato giustamente riconosciuto dalle Istituzioni europee dopo anni di grandi sacrifici”. Solinas anticipa anche con la legge Omnibus 2, prima di Natale, la seconda maxi variazione di bilancio, “sarà completato anche il quadro degli interventi riguardo ai settori ortofrutticolo e cerealicolo”.

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