La prima ‘impresa benefit’ in Sardegna: “Tutte le aziende hanno ruolo sociale”

In Sardegna nasce la prima ‘società benefit’ (benefit corporation nel linguaggio finanziario) e per prima cosa lancia la campagna di informazione ‘Non solo profitti’ per favorire la nascita e la trasformazione delle aziende esistenti in imprese sostenibili. La società si chiama Nabui e ha sede a Oristano.

Lo status giuridico delle imprese benefit è pensato per aziende cosiddette for-profit che vogliano andare oltre l’obiettivo del profitto, e che vogliano massimizzare il loro impatto positivo verso la società e l’ambiente (for benefit), questo tipo di  società rappresenta una evoluzione del concetto stesso di azienda. Mentre le società tradizionali esistono con l’unico scopo di distribuire dividendi agli azionisti, le società benefit sono espressione di un paradigma definito più evoluto: integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. L’Italia nel 2016 è stato il primo Paese in Europa, i primi sono stati gli Stati Uniti, a riconoscere questa tipologia di azienda a scopo di lucro. In Italia si contano oltre 200 società benefit, in decine di settori diversi.

Ora Nabui prepara il tour in Sardegna e in contemporanea a ottobre prenderà il via la campagna che si rivolge agli imprenditori sardi chiamandoli ad agire concretamente per evolvere verso un nuovo modello di business capace di produrre un impatto positivo sulle persone e sulle comunità. È fondamentale smettere di guardare l’economia come un mezzo per creare ‘prosperità’” e ‘competitività’, ma come uno strumento per promuovere società inclusive, sostenibili e giuste per soddisfare i bisogni di tutti.

A differenza di tutte le organizzazioni non profit, come Onlus, Aps, imprese sociali ecc., le società benefit mantengono lo scopo di lucro, senza particolari limitazioni, e a questo aggiungono un ulteriore finalità, ovvero perseguire uno o più scopi sociali.

“Le società non sono state create per essere organizzazioni politiche e occuparsi di problemi generali – spiega Tomaso Ledda, co-fondatore di Nabui -, ma devono avere il coraggio di farsi sentire quando le fondamenta su cui si regge il sistema sono a rischio. I cambiamenti climatici, le disuguaglianze, l’incapacità di perseguire adeguate politiche di welfare, devono spingere le imprese a interrogarsi sul proprio ruolo sociale, proponendosi come soggetto più inclusivo”. “Certamente questo è un percorso che richiede un cambiamento culturale interno all’azienda dove le singole persone giocano un ruolo essenziale al raggiungimento di un bene comune – sottolinea Ledda -, ogni impresa dovrebbe essere benefit. Come non dovrebbe esserci business senza una ricaduta sul territorio in cui si opera”.

La società benefit Nabui, nome che deriva dalla traduzione sarda di Neapolis, antica città della Sardegna che si affaccia sul Golfo di Oristano, da anni è impegnata in progetti di innovazione sociale che puntano ad arginare il fenomeno dello spopolamento motivando le comunità. Ne è un esempio ‘Nughedu Welcome’ il progetto che ha trasformato il paese del Centro Sardegna, Nughedu Santa Vittoria, nel primo borgo social eating d’Italia. Nei prossimi mesi la società benefit sarà impegnata in due programmi di rigenerazione: a Baradili in Alta Marmilla, e a Luri, piccolo borgo agricolo di Arborea.

Mar.Pi.

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