La pressione fiscale continua a caratterizzare il mercato delle aziende in Sardegna con dati che presentano luci e ombre. Complessivamente, nell’Isola, è diminuita lievemente, anche se l’incidenza del fisco, penalizza alcune realtà come Sassari, al centoventinovesimo posto nella graduatoria nazionale per la pressione fiscale, con un’incidenza del 63,9 per cento. Tradotto in euro, significa che con un reddito di 50 mila euro, dopo il pagamento delle imposte, all’artigiano o al piccolo imprenditore ne resteranno in cassa 18.044. Sono infatti le piccole realtà a patire maggiormente la pressione fiscale che a Olbia, arriva al 62,2 per cento collocando il centro gallurese al 113esimo posto nella graduatoria nazionale. A Cagliari, invece, il fisco ha un’incidenza media pari a 60, 6 per cento, mentre Nuoro che arriva al 57,5 per cento fa registrare una lieve diminuzione rispetto al 2011.
Stessa cosa per Oristano che occupa la ventinovesima posizione a livello nazionale con una pressione fiscale del 57,4 per cento. È l’ex provincia del Sulcis il territorio sardo in cui si pagano meno tasse, anche a causa del triste primato di zona più povera d’Italia che ha permesso di ottenere numerose agevolazioni fiscali in grado di alleggerire gli imprenditori. A Carbonia la pressione fiscale è del 55 per cento e un piccolo imprenditore e Iglesias invece il peso delle tasse è del 55,9 per cento. Il dato positivo è che tutte le città sarde hanno avuto un miglioramento rispetto all’anno scorso: Sassari migliora dello 2,3 per cento, Olbia del 2,2, Cagliari del 1,8 per cento, Nuoro e Oristano del 1,3, Iglesias dell’1 per cento e Carbonia dello 0,8 per cento.
“Nonostante i miglioramenti riscontrati nell’ultimo anno le piccole imprese sarde continuano ad essere tra le più tartassate in Italia e debbono lavorare gran parte dell’anno per pagare l’Erario – dichiarano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna – si tratta di un livello di tassazione che limita i processi di crescita e consolidamento dei sistemi di impresa, un vero e proprio macigno sulla strada della convergenza con le aree più sviluppate del paese”.