Ecco l’articolo pubblicato sul numero 36 di Sardinia Post Magazine a luglio dello scorso anno
Una storia di famiglia, territorio e persone con radici profonde nel passato. Quella degli Ibba è un’azienda nata nel Dopoguerra dall’idea di quattro fratelli, i quali commerciavano olio, legumi e cereali partendo da Sennori, nel Sassarese, verso il Sud dell’Isola. Facevano lunghi viaggi: prima a piedi, poi con carri trainati da muli. “Ibba cereali e mangimi” è stata la prima impresa di quello che oggi è il Gruppo Abbi, che riunisce i marchi Crai, Despar, Tuttigiorni, Leader Price Italia, Centro cash, La rosa dei gusti e Cuore dell’isola.
I numeri parlano da soli e li comunicano Giangiacomo Ibba, presidente della Fratelli Ibba, e Stefano Ibba, il direttore generale. «Siamo tra le principali aziende della Gdo, la Grande distribuzione organizzata, con una rete di oltre trecento punti vendita, in parte diretti e in parte proprietà di imprenditori partner. Realizziamo un fatturato nel mercato al consumo che supera i 700 milioni di euro, impegnando una forza lavoro di circa 1.300 collaboratori, con un indotto superiore alle 2.200 persone». I numeri sono più che raddoppiati da quando Giangiacomo Ibba, che è anche amministratore delegato di Crai, nel 2002, alla morte del padre Giacomo, insieme ai cugini prende in mano le redini di un’azienda con semi ben piantati. Lui aveva 26 anni. L’attività fatturava 10 milioni e contava cinquanta collaboratori.
La forte adesione al territorio, la missione di far comprare locale nei negozi di prossimità e far sentire come a casa i clienti, sono alcune delle caratteristiche che hanno fatto grande un’azienda che è rimasta sempre nel suo centro, dove tutto ha avuto inizio: Oristano. In quest’intervista Giangiacomo Ibba racconta antecedenti e prospettive della ditta sarda arrivata oltremare.
La vostra è una storia di imprenditorialità e responsabilità famigliare, visto il passaggio generazionale forzato. Quali sono stati i momenti più significativi della sua vita professionale e quali le intuizioni che hanno permesso di posizionarvi oggi come leader della Gdo?
«Il 2002 è stato uno dei momenti più significativi: un periodo molto difficile che abbiamo dovuto affrontare con coraggio per garantire continuità e al tempo stesso un nuovo progetto aziendale. Una delle intuizioni più centrate è stata sicuramente la scelta di abbandonare la strada degli ipermercati e orientare lo sviluppo della nostra rete su un format di prossimità, con medi e piccoli negozi nei paesi e nei centri più grandi in cui il contatto umano rimane un elemento imprescindibile. Il cliente, infatti, ricerca sempre di più un’esperienza d’acquisto personalizzata, curata in ogni dettaglio e allo stesso tempo empatica».
In vent’anni è cambiato tutto: dall’esperienza di acquisto ai paradigmi di vendita.
«Quando studiavo all’università il focus era sulla distribuzione: si diceva che sarebbe stata solo dei grandi gruppi stranieri e nel futuro ci sarebbero stati i grandi centri commerciali. Ci sono stati anche cambi di cultura: l’obiettivo non era più comprare, ma vendere. Mentre prima si dava molta importanza all’acquisto, ora ci sono più variabili a condizionare una persona, come il negozio in sé, il servizio e l’attenzione al cliente. Siamo partiti da una domanda: com’è fatta la Sardegna? Siamo pochi e mal collegati. Allora abbiamo pensato di modernizzare i negozi dei paesi e investito in quelli di prossimità. Avevo anche letto un’analisi sociologica sulle cucine: il frigo sarebbe stato più stretto, ci sarebbero stati meno spazi. La tendenza al mangiar meno avrebbe preso il posto della propensione all’acquisto massivo. Il futuro del negozio deve poi rimettere al centro il cibo, che dev’essere salutare, buono e accessibile a tutti».
Descriviamo l’universo Abbi Group.
«Il Gruppo è caratterizzato dalla centralizzazione delle attività di approvvigionamento e logistica che si articola in 15 piattaforme, dislocate in quattro località sul territorio sardo e in due del Lazio. La peculiarità è quella di articolarsi in diversi canali distributivi e diverse insegne. Il canale Retail, la vendita al dettaglio che avviene nei punti vendita Crai e Despar, ci aiuta a rispondere alle esigenze dei consumatori fidelizza ti da un attento rapporto di fiducia e di vicinanza. La formula distributiva del Cash and carry (letteralmente “paga e porta via”) è specializzata nelle forniture di prodotti alimentari e non alimentari con un focus particolare per l’industria alberghiera e la piccola vendita al dettaglio. L’insegna Leader price è in una fase evolutiva, stiamo andando sempre di più verso un concetto di “cibo pronto” di prossimità. Da poco è arrivato Tuttigiorni, un supermercato innovativo pensato senza volantini, con prezzi bassi ogni giorno. Un’esperienza di spesa che coinvolge gli utenti, sia nel punto vendita sia online, grazie all’esclusivo Social eCommerce, costruito su una piattaforma di nostra proprietà, in cui i clienti possono scambiare opinioni, condividere esperienze e ricette, entrando in contatto diretto coi produttori locali».
Cosa significa gestire un’azienda e come identificare e motivare i lavoratori? Quali sono inoltre le caratteristiche che cerca in un collaboratore?
«Quando penso all’azienda, nella mia mente si crea l’immagine di una famiglia allargata, in cui ogni singolo componente è importante. Il fattore determinante è la persona. Ognuno ha creduto nella nostra visione, met tendo a disposizione non solo il proprio tempo ma anche la sua anima. Solo quando si cammina tutti insieme verso la stessa direzione e c’è correttezza si può vedere un’impresa crescere. Motivo per cui comunico sempre alla pari e condivido le mie idee con tutti, senza mai far calare le decisioni dall’alto. Credo molto nella partecipazione di tutti al “sogno”: mi piace raccontare quanto più possibile ciò che bolle in pentola, ricevere suggestioni, anche contrarie, ed essere un buon ascoltatore. Perché sono convinto che ogni persona abbia qualcosa da dire e dei valori. Partendo proprio dal presupposto che le buone idee possono arrivare da tutti, abbiamo creato l’iniziativa meritocratica “Abbi l’idea”: i collaboratori si riuniscono in piccoli gruppi e lavorano alla costruzione di un’idea di business completa e strutturata, oppure riflettono insieme su un tema preciso, come può essere quello della sostenibilità. In questo modo tutti contribuiscono alla crescita e al miglioramento aziendale. Nei nostri collaboratori cerchiamo persone che vogliono crescere con noi, capaci di condividere qualità come l’umiltà, la lealtà, la sostenibilità e la voglia di contribuire a creare valore nel nostro territorio. Ultimamente da Costa Lavoro di squadra, condivisione e crescita collettiva: sono questi i pilastri aziendali della Fratelli Ibba srl Rica, Angola, Albania e Portogallo sono arrivati giovani con professionalità importanti, ma anche sardi di ritorno che hanno lasciato posizioni di rilievo per creare valore nell’Isola. L’età media è 30 anni. Siamo ben attenti al benessere interno delle persone e inoltre rendiamo pubblici i percorsi di carriera».
Quali sono i prossimi progetti?
«Sicuramente il consolidamento della nostra rete di vendita in Sardegna. Nuovi progetti riguarderanno anche l’espansione nel territorio laziale, a partire dalla nostra sede Crai Tirreno che rappresenta un’importante finestra sul futuro e sullo sviluppo di nuovi territori».
Futuro della distribuzione e della logistica. Come saranno i negozi del domani?
«Il supermercato per noi dovrà diventare sempre più un luogo di ritrovo, un ambiente caldo e familiare che mette al centro la relazione col cliente e i suoi bisogni. I focus che qualificano la nostra esperienza di spesa e su cui vogliamo differenziare la nostra offerta sono l’innovazione tecnologica, la differenziazione di prodotto, la territorialità, la crescita della marca privata e soprattutto le persone. Questo ci permetterà di costruire delle esperienze d’acquisto versatili unendo la tecnologia al fattore umano. La cura del cliente è al centro del nostro servizio: ci rivolgiamo a un pubblico che ha principalmente bisogno di una spesa completa e veloce, spesso, più volte a settimana. Ad esempio, nel nuovo format di vendita Tuttigiorni abbiamo inserito una serie di piccoli gesti, come il caffè con il direttore e il dialogo con la nutrizionista dedicata, orientati a guidare e consigliare gli acquirenti nella propria esperienza di acquisto e renderli protagonisti».
Responsabilità sociale d’impresa: qual è il vostro impegno in questo campo?
«Da sempre il Gruppo mette al centro la persona: non può esistere benessere privato senza benessere collettivo. Questo è il principio ispiratore che ci ha portato, a gennaio 2023, ad adottare lo status di “Società benefit”, cioè un modello virtuoso che integra, oltre agli obiettivi di profitto, quelli di beneficio comune, promuovendo valore nel tessuto sociale in cui opera».
Quali sono i riconoscimenti a cui è più legato?
«C’è un riconoscimento che mi riempie di gioia e d’orgoglio e che, da cinque anni, dedico a tutte le persone che lavorano con noi e agli imprenditori partner che credono nel nostro progetto. È il “Best managed companies” istituito da Deloitte e destinato alle imprese italiane che si distinguono, ogni anno, per tutta una serie di qualità eccellenti come strategia, innovazione, impegno e cultura aziendale, sostenibilità. Un premio che è diventato un incentivo di crescita per il nostro percorso professionale e di vita, e che ci spinge a migliorare sempre, con passione, lealtà e umiltà».
Qual è il suo rapporto con l’Isola?
«La Sardegna è la mia casa. Il mio rapporto è da sempre radicato e profondo: non solo perché ci sono nato, ma anche perché è fondamento di progetti e idee. Qui sono cresciuto come individuo e, lavorativamente, questa terra è fonte di ispirazione e ambizione. Sono convinto che l’Isola abbia il potenziale per diventare un importante centro di innovazione e imprenditorialità, ma serve che tutti noi attori del sistema facciamo rete e sinergia per andare oltre il vincolo dell’insularità al fine di avere le stesse possibilità di sviluppo e gli stessi strumenti a disposizione degli operatori» .