Il segretario generale di Cisl Sardegna, Gavino Carta, ha scritto una lunga lettera al presente della Regione, Christian Solinas, invitandolo a definire una serie di priorità per fronteggiare le emergenza dell’Isola: dalla disoccupazione allo spopolamento. Quello che viene fuori non è certo la Sardegna senza problemi che continua a raccontare il governatore (il testo della lettera lo pubblichiamo sotto integralmente).
Egregio Presidente,
manca poco più di un anno e mezzo alla fine di questa legislatura, e considerato l’impegno delle forze politiche regionali per il prossimo appuntamento elettorale che rinnoverà il Parlamento italiano, ci si avvia già alla fase di predisposizione della manovra economica e finanziaria per il 2023 che eviti, auspichiamo, un lungo esercizio provvisorio anche per il prossimo anno.
In considerazione anche delle ingenti risorse finanziarie a disposizione della Regione, in primo luogo quelle del Pnrr e del nuovo Quadro comunitario di sostegno, è indispensabile predisporre una programmazione delle attività e di spesa utile ad affrontare, con tangibili risultati, almeno alcuni dei problemi più importanti per le famiglie sarde.
In questa direzione è da tempo che sollecitiamo un patto sociale con un ruolo attivo dei sindacati e delle rappresentanze economiche dell’Isola. Senza questo apporto e consenso è difficile, anche per gli Esecutivi numericamente forti, mettere in campo e attuare gli interventi tempestivi necessari a superare l’attuale crisi economica e del lavoro, spendendo presto
e bene le ingenti risorse finanziarie disponibili. Si tratta di partire dalle criticità più evidenti e laceranti della società isolana, e da quanti soffrono maggiormente il peso della crisi, del disagio sociale, della solitudine e della emarginazione, della grave carenza di servizi alla persona e socio-sanitari (sulla spesa sanitaria le singole e principali voci di spesa sono, il 36% per il personale, il 21% per i beni e servizi, il 17% per la farmaceutica, il 14% per le prestazioni da
privato, e solo il 6 % per la medicina di base).
Gli indicatori più importanti cui fare riferimento sono ormai noti: il declino demografico di intere comunità e territori ( 47,3 anni l’età media della popolazione – 222 anziani ogni 100 giovani), lo spopolamento nelle aree interne e nei comuni minori, le migrazioni culturali verso le aree più forti del continente europeo di giovani laureati e con competenze importanti, il tasso di disoccupazione giovanile a livelli costantemente alti (oltre il 40%), i fenomeni dell’abbandono e della dispersione scolastica (la percentuale media nell’Isola e’ del 18%, con punte intorno al 40% nel Nuorese), l’assenza o la inadeguatezza di servizi sociali, sportivi e culturali nella
gran parte delle comunità.
A questi si aggiungono la povertà e l’indigenza spesso causate dalle basse retribuzioni (imponibile Irpef/ giorno in euro, in Sardegna 76,50, in Italia 90,10) e da una crisi che porta a un utilizzo consistente di tutte le varietà degli ammortizzatori sociali, da pensioni con importi molto ridotti e inferiori a quelli medi delle regioni del centro-nord e della stessa soglia di povertà (importo medio mensile vecchiaia 1.151,76 euro, invalidità 664,92, superstite 616,21, pensioni/ assegni sociali 435,57, invalidi civili 466,57 – per un totale nel privato di 472.818 prestazioni previdenziali con un importo medio mensile di 784,27 euro).
Gli interventi utili a sanare o ridurre queste difficoltà e svantaggi sono certamente molteplici, ma, in primo luogo riteniamo urgente chiedere alla Regione di predisporre e approvare in questa ultima fase di legislatura un programma pluriennale di lotta alla disoccupazione, soprattutto quella giovanile e femminile, e misure utili a potenziare le attività di formazione professionale, oltre ad una legge quadro sullo invecchiamento attivo, il tutto utilizzando proficuamente le risorse del Pnrr, dei Fondi strutturali e dello stesso Bilancio regionale.
Alcuni altri contenuti, da discutere con le parti sociali, riguardano inoltre: il sostegno e l’incentivo all’equilibrio retributivo di genere e il disincentivo verso le differenze retributive, eventuali incentivi economici alle famiglie con anziani non autosufficienti, insieme al potenziamento dei servizi di assistenza e integrati alla persona. In secondo luogo programmi e sostegni alla partecipazione attiva degli anziani alla vita della comunità attraverso le associazioni di volontariato e del Terzo settore, e dell’università della terza età. In terzo luogo il potenziamento della medicina territoriale e dei servizi domiciliari alla persona.
Ma il Patto sociale deve anche valutare il disagio sociale e le difficoltà dei più giovani, e la necessità di sostenere la natalità e la genitorialità, rimuovendo o attenuando le criticità che ostacolano la generatività, e che portano le nostre comunità a un tasso di invecchiamento eccessivo per via della scarsa o inconsistente natalità. Su questi problemi e proposte si basa dunque la centralità delle politiche sociali e del lavoro in primo luogo a favore delle persone più in difficoltà , che devono essere il fulcro di questo accordo incentrato sui diritti di cittadinanza, sul lavoro, sulla lotta alle povertà.
Un segnale importante potrebbe arrivare da parte della Regione anche sul versante istituzionale con la creazione dell’Assessorato alle politiche sociali e ai diritti di cittadinanza, che metta insieme funzioni oggi di competenza di diversi assessorati. Si tratta di proposte che vanno certamente inserite in un contesto di interventi strutturali riguardanti le più generali strategie per lo sviluppo, quali le politiche industriali, quelle energetiche, la mobilità delle persone e delle merci, l’attuazione dei provvedimenti che rendano esigibili i frutti del riconoscimento dello status di insularità nella Costituzione, le politiche infrastrutturali, materiali e immateriali. Ma intanto occorre mettersi tutti intorno a un tavolo per valutare le priorità e per far sì che ciascuno nelle proprie responsabilità si attivi positivamente al superamento delle emergenze e dei problemi più pressanti per le famiglie sarde, e in primo luogo per le categorie più in difficoltà.
Il Segretario Generale
Gavino Carta