Sit-in con protesta questa mattina davanti ai cancelli della Saras, la raffineria di Sarroch: sul piede di guerra una trentina di lavoratori in rappresentanza dei 180 dipendenti della Akhela, una società di telecomunicazioni nata nel 1997 nel Gruppo Saras e venduta due anni fa alla Solgenia, la quale, a sua volta, in queste settimane sta cedendo la proprietà a una multinazionale francese il ramo d’azienda ‘Finance’.
“Da subito avevamo subito espresso i nostri timori – dice Samuele Piddiu, segretario territoriale Fiom-Cgil – ora ci è stata comunicata la cessione alla multinazionale francese Capgemini. In questo modo Akhela, nata anche grazie a sostanziosi contributi pubblici, perde pezzi e fette di mercato importanti. E il tutto andrebbe a ricadere sui lavoratori che restano nel gruppo. Chiediamo che alla luce del nuovo assetto, Akhela ridefinisca un piano industriale che garantisca i livelli occupazionali della parte rimanente“.
Sul caso Akhela è previsto un incontro il 23 giugno a Roma, in Confindustria, per definire i passaggi societari da Solgenia al gruppo transalpino. Intanto la Fiom ha chiesto e ottenuto da parte dell’Assessorato regionale dell’Industria l’impegno ad aprire un confronto per far chiarezza sulle prospettive dell’azienda, sulle garanzie di tenuta occupazionale e sugli impegni di integrità e crescita che hanno motivato nel 2012 la cessione dal gruppo Saras a Solgenia. “Resta da verificare – aggiunge Piddiu – se Akhela, che sino ad oggi ha dato risposte evasive, accetti di esser presente al tavolo con la Regione”. La data di un incontro potrebbe essere fissata già nei prossimi giorni e “per quella data organizzeremo un presidio sotto la Presidenza di viale Trento per attendere gli esiti del confronto con l’assessore Maria Grazia Piras. Se non arriveranno risposte, la protesta andrà avanti”.