In Europa l’export sardo parla tedesco: prodotti per 41 milioni in un semestre

L’export della Sardegna in Europa sempre più incentrato sul mercato tedesco e vola alto sui dazi Usa, sull’embargo in Russia e sull’imminente Brexit. Nel primo semestre di quest’anno, oltre 41 milioni di euro di prodotti sardi sono stati venduti in Germania, di cui ben 33 milioni sono stati piazzati dalle piccole e medie imprese. Sono questi i dati dall’elaborazione ‘Trend del made in Sardegna verso la Germania’ nei primi 6 mesi del 2019, realizzata dall’Ufficio studi di Confartigianato Sardegna su dati Istat. Dall’analisi emerge anche come, con un incremento del 21,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018, la Sardegna sia la seconda regione italiana per ritmo di crescita verso la Germania: solo la Puglia ha fatto meglio con un +36,1 per cento.

Nel 2017, l’export sardo verso Berlino si era fermato poco sopra i 32 milioni di euro mentre nel 2018 si era arrivati a 36milioni. I prodotti più venduti in assoluto sono quelli derivati dalla raffinazione del petrolio con 9 milioni di euro. Tra quelli più commercializzati dalle Pmi sarde, i lapidei con 5,5mln, i prodotti in metallo per 3,7milioni, i vini e le bibite per 3,1 e i prodotti delle imprese lattiero-casearie con 2,3milioni. Sotto il milione di euro, una lunga lista di vari prodotti come quelli agricoli per 532mila euro, i tessili per 508mila, le calzature per 458mila, il legno e il sughero per 352mila, quelli da forno per 168mila ma anche frutta e ortaggi freschi, piantepesci e crostacei.

“Dici export, scrivi Germania – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Sardegna – e non solo per le affinità commerciali che, da sempre, rendono Berlino uno dei primi mercati di riferimento per i prodotti made in Sardegna. Per la nostra regione la Germania è un prezioso partner di mercato con cui intratteniamo buoni rapporti da molto tempo – continua – l’economia tedesca è ancora molto forte inoltre i prodotti sardi sono molto apprezzati in questo Paese”. Il presidente dell’associazione di categoria aggiunge: “Molto interessante è la crescita del settore dell’agroalimentare, un comparto che sempre più risponde alle esigenze di una clientela che, nel corso degli anni, ha modificato e affinato i propri gusti e stili alimentari”.

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