L’Imu sui terreni agricoli, così come l’aveva imposta in corsa il governo di Matteo Renzi, per ora non si deve pagare. Il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso dei Comuni italiani riuniti nell’Anci, ha sospeso il provvedimento esteso a tutte le aree sotto i 600 metri d’altitudine e fino a oggi esenti dell’Imu. L’udienza, per decidere sul merito, è fissata per il 21 gennaio. Soddisfazione da parte di Pier Sandro Scano, il presidente di Anci Sardegna in prima linea contro il balzello.
Scano ha scritto oggi ai primi cittadini dell’Isola per evidenziare come “la battaglia di noi sindaci ha sortito un primo effetto positivo. Il provvedimento di sospensiva comporta, al momento, che i contribuenti non sono tenuti al pagamento dell’imposta e il Governo dovrebbe reintegrare i tagli ai Comuni. La sospensiva – si legge ancora – ha validità sino al 21 gennaio, data nella quale si terrà la Camera di consiglio del Tar del Lazio per la sentenza definitiva. Il nostro obiettivo è, chiaramente, l’abolizione totale dell’imposta che penalizza le aree gravemente i terreni agricoli e montani della nostra Regione”.
Nelle motivazioni con le quali il Tar del lazio ha concesso la sospensiva di parla di “pregiudizio eccezionale e grave”, spiega Scano. Secondi i giudici amministrativi, il decreto ministeriale ha determinato una “assoluta incertezza dei criteri applicativi”. E ancora: “Trattandosi di misura compensativa questa interviene uando ormai gli impegni finanziari da parte dei Comuni sono stati assunti con effetti gravi sul pareggio di bilancio tali da ingenerare, in alcuni casi, un procedura finalizzata alla declaratoria di dissesto e, comunque, con pesanti conseguenze sulla erogazione dei servizi alla comunità di riferimento”.