Imprese in ginocchio per il caro bollette, Confartigianato a Regione: “Subito 50 milioni”

Cinquanta milioni di euro contro il caro bollette e 25 milioni per la Legge 949, la “legge artigiana”. Sono queste le richieste che Confartigianato imprese Sardegna ha proposto alla Giunta regionale, presentandole agli artigiani riuniti oggi durante i lavori della 66/a assemblea regionale dell’associazione che si è svolta a Fonni, dal titolo “Le imprese artigiane nell’età del chilowatt-oro. Nuove sfide e modelli energetici sostenibili”. Gli artigiani provenienti da tutta la Sardegna si sono confrontati sulla crisi dell’energia e sugli interventi nella prossima manovra Finanziaria della Regione, con la sindaca di Fonni, Daniela Falconi, la presidente di Confartigianato imprese Sardegna, Maria Amelia Lai, il docente di Economia e gestione delle imprese dell’Università di Verona, Federico Testa, e l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Pierluigi Saiu.

Con questa iniziativa, Confartigianato ha voluto richiamare l’attenzione delle istituzioni sullo sviluppo delle oltre 35mila realtà che rappresentano più del 20 per cento della forza produttiva isolana, presentando anche i dati del caro bollette del 2022 per le micro e piccole imprese della Sardegna, situazione che ha fatto registrare un aggravio di 493 milioni di euro, determinando un aumento del più 147,1 per cento sullo scorso anno, quarto maggior incremento in tutta Italia, contro una media nazionale del più 135 per cento. Questa impennata dei costi è andata a gravare per il 6,1 per cento del valore aggiunto prodotto. E ancora l’incidenza media delle bollette di gas ed elettricità nei bilanci delle imprese è passata dal 15,8 per cento al 28,1 per cento, di fatto raddoppiata. Significa che mediamente l’energia è diventata una delle spese più importanti per le imprese artigiane sarde. Lo sanno bene le imprese artigiane della Sardegna, con oltre il 24 per cento degli occupati delle attività produttive isolane, che rischiano una pesantissima frenata produttiva se non una fermata definitiva. I settori più colpiti nell’Isola sono quelli della panificazione, alimentare, lavorazione legno e autoriparazione così come nel resto d’Italia lo sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica. Un impatto senza precedenti sulle piccole attività sarde che, senza azioni concrete, rischia di ingigantirsi.

“La crisi energetica che sta colpendo anche le imprese sarde sta ricadendo su tutta l’economia regionale – ha affermato Maria Amelia Lai, nel discorso di apertura -. Purtroppo l’intervento dello Stato con il credito d’imposta non è stato risolutivo e, nella maggior parte dei casi, non è riuscito neanche a mitigare una situazione devastante”. “Per combattere lo tsunami energetico che si sta abbattendo su imprese e famiglie sarà fondamentale ottimizzare il consumo di energia attraverso interventi comportamentali e, soprattutto, con le nuove tecnologie – ha continuato Lai -, la transizione verso le energie rinnovabili e le tecnologie a basse emissioni di carbonio è una delle scelte decisive che la nostra Regione, così come tutto il nostro Paese, deve fare. Dobbiamo compiere scelte lungimiranti, coraggiose e decise sulla base degli strumenti che oggi abbiamo a disposizione. Per questo l’energia rinnovabile rappresenta, a oggi, uno dei pochi alleati considerata la scarsa disponibilità di risorse fossili del nostro Paese”. “Se non si inverte la rotta del caro energia – ha concluso – tante attività artigiane non saranno più in condizioni di lavorare e si troveranno a dover chiudere definitivamente con danni irreparabili al sistema economico e sociale regionale”.

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