Il Pil scende ma l’occupazione aumenta: in Sardegna economia tra luci e ombre

Fatto 100 il dato italiano sul Pil (prodotto interno lordo) pro capite a prezzi correnti, la Sardegna nel 2017 presenta un valore pari al 71,2 in decrescita a partire dal 2012, quando si attestava sul 74,8. L’Isola supera comunque la media del Mezzogiorno (65 su 100 nel 2017), ma lontana da quella del Centro-Nord, 118,2.

E’ quanto emerge dal Check-up Mezzogiorno di luglio 2019, realizzato da Confindustria e Srm-Studi e ricerche per il Mezzogiorno (gruppo Intesa SanPaolo). Nel 2018 la spesa media mensile delle famiglie sarde (2.159 euro) è superiore alla media del Mezzogiorno nel suo complesso (2.081 euro), con variazioni significative a seconda della voce di spesa considerata: oltre 776 euro per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili e oltre 420 euro per prodotti alimentari e bevande analcoliche.

Manifattura e imprese. Secondo la ricerca il valore aggiunto prodotto dall’industria manifatturiera è pari a circa 1,7 miliardi di euro, mentre al Sud è di 31,2 mld, il 12,8% del valore nazionale. I consumi di energia elettrica, che rappresentano un indicatore rappresentativo del livello dell’attività economica, fanno registrare un decremento generalizzato che in Sardegna è il più elevato tra le regioni meridionali, pari a al 28,1% (-9,4% nel Mezzogiorno) con un -1,7% relativo solo alle utenze domestiche (-4,3% nel Mezzogiorno).

Occupazione. Nel 2018 l’Isola ha un numero di imprese attive pari a 143mila (1,7mln nel Mezzogiorno, il 33% del totale nazionale), di cui 10mila manifatturiere, ma il saldo sullo scambio di merci con l’estero è negativo (-2,4 miliardi), anche se la Sardegna presenta una propensione all’export pari al 17% del Pil regionale. Meglio anche il mercato del lavoro con un +4% del numero di occupati al I trimestre 2019. Infine la spesa pubblica procapite: la Sardegna è prima tra le regioni meridionali con 17.376 e registra una percentuale di avanzamento degli impieghi delle risorse dei fondi Fesr e Fse del 43% e un livello di avanzamento dei pagamenti del 22%.

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