Il 2022 si è distinto sinora come l’anno più siccitoso dal 1800, con un -46% di precipitazioni rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Il tutto aggravato dalle temperature che sono risultate essere le più calde delle ultime cinque decadi. Ciononostante resta abbastanza stabile la produzione in Italia, così nelle stime vendemmiali dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) e Unione italiana vini.
Davanti a tutti c’è il Veneto con 11,5 milioni di ettolitri che valgono un quinto del vino nostrano, malgrado il calo del 3 per cento per via del caldo. Seconda e terza piazza per Puglia ed Emilia-Romagna che sommano rispettivamente 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri. Le tre regioni mettono insieme il 59% dell’intero vigneto italiano.
Sul fronte degli andamenti, la Sardegna è la regione italiana che fa registrare la maggiore crescita, pari al 15%: nessun’altra ha fatto meglio della nostra Isola. Anzi, ci sono realtà produttive che registrano flessioni pesanti, anche a doppia cifra.
Ecco gli altri dati: Lombardia -20%, Piemonte -9%, Liguria -5%. Tra le regioni col segno più, anche si tratta solo di una stima, ci sono Toscana (+12%), Basilicata (+10%), Umbria (+10%), Valle d’Aosta (+10%), Marche e Lazio sono a +5%, l’Emilia Romagna (+4%), la Campania a +4%, la Puglia è a +3%.