Frode fiscale da 27 milioni, a Cagliari la sede di un ufficio che gestiva parte del raggiro

C’è un tassello sardo nella maxi inchiesta che i finanzieri del Comando Provinciale di Milano stanno portando avanti contro l‘Agenzia per il lavoro Feres: i militari delle Fiamme gialle sono al lavoro sul sequestro di beni per un valore di 27 milioni, tanto quanto l’evasione fiscale accertata. Nel mirino sono finiti il legale rappresentante e l’amministratore di fatto, accusati di indebite compensazioni di imposte pari alla stessa cifra di cui il giudice Domenico Santoro ha disposto l’azione giudiziaria nei confronti del patrimonio.

L’indagine, coordinata dal pm di Milano Maurizio Asciole e dall’aggiunto Maurizio Romanelli, è stata condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Milano. Tutto ha avuto origine dall’approfondimento antiriciclaggio su molteplici segnalazioni di operazioni sospette, i cui esiti hanno consentito di accertare un complesso meccanismo di frode basato sulla compensazione di debiti, per la maggior parte di natura previdenziale, con crediti d’imposta cosiddetti di “ricerca e sviluppo” e “Iva” ma risultati inesistenti.

Dalle indagini è emerso, oltre alla ipotizzata frode per oltre 27 milioni attraverso l’utilizzo di crediti fiscali fittizi, che l’amministratore di fatto di Feres, con residenza nel Cagliaritano, era apparentemente nullatenente, salvo poi maturare una posizione debitoria nei confronti del Fisco pari a circa 35 milioni di euro.

I successivi accertamenti hanno consentito, invece, di documentare il possesso di un ingente patrimonio immobiliare da parte dello stesso manager, la cui titolarità è stata “schermata” artificiosamente mediante un trust denominato Elicriso, con sede a Cagliari, in via San Tommaso D’Aquino, nel quartiere di Pirri-Monreale. Il trust è un istituto giuridico, preso in prestito dall’Inghilterra, che consente di affidare a terzi uno o più immobili mantenendone la proprietà.

Tra le persone coinvolte nell’indagine della Procura di Milano, oltre ai rappresentanti di fatto e di diritto di Feres, ci sono anche alcuni professionisti che operano nella provincia di Roma, destinatari anch’essi di provvedimenti di perquisizione poiché indagati per avere emesso fatture su operazioni inesistenti aventi ad oggetto consulenze svolte nei confronti di Feres con il solo fine di drenare liquidità dai conti societari.

[Nella foto la sede di Feres a Brescia]

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