Con 11.573 impianti connessi alla rete che producono 196 megawatt, sembra essere sempre più “green” l’energia fotovoltaica prodotta in Sardegna. Secondo il presidente di Confartigianato Sardegna Giacomo Meloni si tratta di un “comparto vivace che punta
sull’eco-efficienza e incide positivamente anche sulla riqualificazione degli immobili”.
Consistente anche il numero delle imprese che operano, direttamente o indirettamente, nel settore delle rinnovabili Sono 2.510 quelle che realizzano, montano e manutengono motori, generatori, impianti elettrici, turbine, e pannelli fotovoltaici, che producono energia, e trasformano le biomasse. Gli addetti sono circa 7mila. Questa la sintesi dell’analisi sul fotovoltaico realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha
rielaborato i dati fonte Gaudì e Terna per il 2023.
Nella classifica degli impianti attivi in Italia, aperta dalla Lombardia con 64.833, seguita dal Veneto con 48.839, l’Isola si pone all’undicesimo posto per impianti presenti. Nel 2022, in Sardegna, gli sistemi di produzione fotovoltaica erano 5.899.
Per ciò che riguarda la potenza generata dagli impianti sardi, come detto, è stata di 196 megawatt nel 2023 mentre era di 137 mw nel 2022. La crescita registrata tra il 2022 e 2023 è stata del +431% mentre nel periodo 2021 e 2022 è cresciuta del +44 per cento. In totale le FER, fonti da energia rinnovabile nell’Isola hanno prodotto 2.915 megawatt nel 2023 mentre erano 2.179 mw nel 2022.
“Per ridurre i costi dell’energia, abbattere le emissioni, favorire la creazione di imprese e occupazione – commenta Giacomo Meloni– va potenziato l’utilizzo di produzioni come quella fotovoltaica, anche favorendo gli investimenti in piccoli impianti per l’autoproduzione, privilegiandone l’installazione su capannoni e aree occupate di immobili produttivi per evitare il consumo di suolo, e promuovendo la realizzazione di comunità energetiche”.
Confartigianato Sardegna, ricorda come la Regione, credendo fortemente nell’autoproduzione e nell’autoconsumo per edifici pubblici, imprese, case private e Comunità energetiche, attraverso un bando che sarà pubblicato a breve, abbia messo a disposizione 678milioni, fino al 2030, per creare un circolo virtuoso nell’utilizzo dei fondi da parte delle aziende.
“Le nostre imprese sono pronte a fare la propria parte e a sfruttare questa occasione – aggiunge Meloni – che consentirebbe una autonoma produzione di energia pulita, con il relativo consumo, riducendo i costi della bolletta e contribuendo a salvaguardare l’ambiente”. Infatti, per Confartigianato Sardegna, costruire un futuro sostenibile per le imprese e per l’Italia è una responsabilità collettiva. Gli sforzi degli imprenditori devono però essere accompagnati da politiche e interventi orientati ad affrontare la transizione energetica e ambientale.
“Nonostante le incertezze legate alla rimodulazione degli incentivi per le rinnovabili – continua il presidente di Confartigianato Sardegna – nella nostra Isola cresce questo tipo di fonte rinnovabile e reggono bene anche le aziende legate ai servizi, alla manutenzione degli impianti e alla generazione dell’energia stessa. Ciò fa bene all’ambiente e all’economia”.
Auspica che venga confermata l’attenzione anche per l’ossigeno portato a numerosi settori, in particolare all’edilizia. “Ed è proprio questo comparto che – conclude il Presidente di Confartigianato Sardegna – grazie alla crescita delle rinnovabili, unita agli interventi sul risparmio energetico potrebbe vedere ulteriormente crescere gli interventi dei privati sulla riqualificazione energetica degli stabili”.
Fotografia in Sardegna
Sempre più imprenditori sardi fanno della sostenibilità e dell’efficientamento delle proprie aziende un impegno forte e costante. In Sardegna il 25% delle realtà (circa 45mila, erano 14.520 solo nel 2018) ha investito in “prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o a minor impatto ambientale”, classificandosi al 5° posto in Italia per attività produttive in “ambito green”, mentre è del 30,5% (circa 57mila) la percentuale delle attività regionali che ha effettuato una “formazione adatta transizione green e sostenibilità ambientale” per i propri dipendenti; 9° posto nazionale. Alla transizione green sono interessati ben 80.222 addetti, il 25,8% di tutte le imprese sarde attive nella filiera della casa (costruzioni, impiantistica, produzione materiali edili, legno, sughero, taglio e finitura pietra, studi di ingegneria e
architettura), dell’autoriparazione, del trasporto merci e persone e di altre tipologie di produzioni. Nonostante queste performance, nell’Isola rimane difficile reperire il 45,5% dei lavoratori con “competenze verdi e sostenibili”: all’artigianato sardo ne mancano più
di 8mila.