“Gli operai pagano le tasse e gli armatori no: l’Italia è il vero ‘paradiso fiscale’ degli armatori”. Lo dice un armatore, Vincenzo Onorato, presidente di Moby e del gruppo omonimo, che spiega: “noi non paghiamo sugli stipendi degli imbarcati né Irpef né Inps, basta battere bandiera italiana, ma poi c’è chi imbarca personale italiano, che costa 2.500 euro al mese, e chi filippini che costano un quarto di meno”. “Tutto legale – osserva Onorato – ma legato a una legge, la 38 del 1998, che prevedeva la defiscalizzazione in cambio dell’assunzione di personale italiano. Adesso ci sono compagnie che prendono i benefici, con il governo che ha stanziato 1 miliardo di euro per tre anni, e poi però risparmiano sugli stipendi, quindi anche sulla qualità del personale e inevitabilmente sulla sicurezza, e i marinai italiani restano disoccupati. Gli altri armatori – sottolinea Onorato – mi dicono ‘licenzia e assumi filippini’, ma come faccio a mandare a casa gente che lavora con noi da 3-4 generazioni?”.
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