di Alessandra Carta
La Zes Sardegna può finalmente partire. L’Isola come Zona economica speciale si è concretizzata ieri quando la nomina di Aldo Cadau a commissario straordinario di governo è stata ufficializzata da Mara Carfagna, la ministra per il Sud e la Coesione territoriale cui spetta il coordinamento delle Zes italiane, un tassello dello sviluppo strategico nazionale.
Commercialista e revisore contabile, Cadau, classe 1978, vanta un lungo curriculum in materia economica, finanziaria e gestionale (a novembre 2020 aveva preso il posto di Massimo Temussi alla guida di Aspal). La prima uscita di Cadau ha coinciso con un evento organizzato dalla Scuola politica dei Riformatori e in cui ha trovato spazio proprio l’intervento della Carfagna sul decollo delle Zes.
Nell’Isola la Zona economica speciale è l’ultima tra le otto istituite nel Sud Italia. Sono così articolate: Abruzzo, Calabria, Campania, Ionica interregionale (Puglia-Basilicata), Adriatica interregionale (Puglia-Molise), Sicilia orientale, Sicilia occidentale e appunto la Zes sarda. La particolarità delle otto aree è che avranno tutte una fiscalità di vantaggio accompagnata da importanti semplificazioni amministrative. Obiettivo: attrarre e favorire sia gli investimenti che gli insediamenti produttivi.
Sfida complessa, quella che attende Cadau, specie per la coincidenza con la pandemia, visto che le Zes sono un’occasione di rilancio da non perdere. Ieri il commissario ha subito incalzato la Carfagna che sulla Zona speciale sarda non ha nascosto la partenza col freno a mano tirato. “Rispetto alle altre sette Zes, quella isolana è rimasta indietro per una serie di ragioni burocratiche. Per questo – ha proseguito l’esponente del Governo Draghi – beneficerà in minima parte dei 630 milioni di euro inseriti nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e destinati proprio alle Zes”.
In Sardegna arriveranno solo “dieci milioni“, ha sottolineato ancora la ministra. Le risorse saranno impegnate tutte “per migliorare il collegamento tra il porto di Cagliari e la Statale 195 (la Sulcitana). Ma questo è solo il primo di una serie di interventi di infrastrutturazione che noi programmeremo con i fondi nazionali di sviluppo e coesione”, ha detto ancora la Carfagna.
Il secondo giro dovrebbe essere più fortunato per l’Isola. Il nuovo finanziamento destinato alle Zes, già stanziato da Roma, ammonta a 250 milioni che – non dovranno essere divisi equamente divisi in otto parti – ha suggerito Cadau -. Alla ministra – ha proseguito il neocommissario – chiederemo che alla Sardegna venga destinato un numero di risorse maggiore per compensare il gap iniziale e mettere la Zes della nostra Isola al passo con le altre”.
Cadau ha detto ancora: “La Zes è una macchina nascente, una start up e pertanto va costruita pezzo dopo pezzo, Ma dalla sua completezza possono generarsi ricadute economiche, occupazionali e di immagine straordinarie per la Sardegna. Dove, per straordinarie, intendiamo fuori dall’ordinario. E cioè una vera crescita, dei veri investimenti e una vera attrattiva economica”.
Il lavoro del neocommissario partirà subito dal tavolo tecnico che la ministra Carfagna organizzerà a stretto giro “per comprendere quali siano i fabbisogni della Zes sarda in termini di finanziamenti”. Parallelamente si tratterà di “programmare gli interventi necessari a sostenere economica la Zes”.
La Carfagna ha poi definito il perimetro dei poteri in capo al commissario Cadau che sarà “l’unico interlocutore di chi intende investire nella Zes Sardegna“. Quindi ha aggiunto: “Gli interessati potranno godere di un credito d’imposta che abbiamo aumentato da 50 a 100 milioni per ogni investimento. Le domande andranno inoltrate attraverso uno sportello unico digitale che sarà operativo nelle prossime settimane”. Insomma la Sardegna come Zona economica speciale diventa un trampolino per il rilancio strutturale dell’Isola dopo due anni di pandemia che hanno bloccato gli investimenti.