Fase 2, grossisti dell’Horeca a Conte: “Fatturato giù, riaprire a giugno è tardi”

La lettera vale un grido d’allarme. I grossisti di Horeca – settore che raccoglie i fornitori di alberghi, ristoranti e tutto il comparto del catering – hanno scritto al premier Giuseppe Conte. Nero su bianco ecco un manifesto in sei punti con “le misure urgenti” chieste al Consiglio dei ministri perché “le imprese di distribuzione stanno registrando un gigantesco crollo del fatturato, con perdite del 90 per cento, a seguito della chiusura di bar, pizzerie, ristoranti e alberghi”.

In calce al documento le firme di quattro presidenti che rappresentano altrettanti consorzi, tra cui Udial guidato da Antonio Argentieri e al quale aderiscono anche i grossisti sardi. Ecco poi Stefano Bettidi San Geminiano scrl, Maurizio Gualtieri di Helios e Silvio Montecchi di Adat. “La filiera tutta, asset fondamentale per la ripresa del nostro Paese e per il suo Pil, è al collasso – si legge nella lettera -. Se la riapertura di bar e ristoranti (non nella forma dell’asporto come è da lunedì 4 maggio ma in quella classica del servizio al tavolo) resta fissata al primo giugno, non si lascia sul campo un ulteriore ostacolo allo sforzo che tanti grossisti stanno facendo per salvare le aziende e i posti di lavoro”.

I numeri del settore sono parte della lettera. “I consorzi Adat e San Geminiano coordinati in Helios insieme a Udial raggruppano oltre 430 imprese di distribuzione all’ingrosso food e beverage – è scritto ancora -. Siamo solidali con tutte le categorie dei pubblici esercizi che operano nel settore della ristorazione e in quello turistico”. Quindi l’appello “rivolto alle istituzioni affinché, nel pieno rispetto della salute dei cittadini, si ritorni velocemente su tale decisione anticipando la data prevista per la ripartenza. Solo in questo modo la filiera Horeca ha la possibilità di rimettersi in marcia. In questo momento – è scritto – anche pochi giorni di anticipo sono cruciali”.

Quanto alle misure di salvataggio sollecitate dal comparto, ecco intanto “il prolungamento della cassaintegrazione per tutto il comparto della distribuzione e dei grossisti”. Ancora: “Contributi a fondo perduto per le imprese del settore che hanno dovuto chiudere l’attività; trasformazione in credito di imposta delle perdite su crediti; finanziamenti per liquidità a tasso o con durata fino a nove, insieme a un pre-ammortamento di trentasei mesi; annullamento di imposte, quali Imu e Tari; riduzione dei contributi previdenziali fino al 31 dicembre 2020, sempre che l’emergenza Covid-19 possa definirsi conclusa”. La lettera a Conte si conclude così: “La ristorazione e il turismo sono una componente determinante del Pil Italiano, costruiamo insieme un futuro per la nostra Filiera con l’obiettivo di garantire un futuro all’Italia”.

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