Nel rapporto Istat riferito al periodo gennaio-settembre 2022, Sardegna (più 73,9 per cento) e Sicilia (più 66,7 per cento) hanno registrato un aumento considerevole delle esportazioni. Meglio di loro fanno solo le Marche (+89,4%). Nell’Isola si esporta principalmente petrolio.
Raffinazione ed estrazione sono le voci più solide dell’export isolano. Numeri da capogiro in un mercato che non conosce crisi, anzi raddoppia: se l’esportazione di prodotti dall’estrazione di minerali da cave e miniere vola al 140,2 per cento, i commerci di coke e prodotti petroliferi toccano il 99,9 per cento. La Saras, una delle raffinerie più grandi del Mediterraneo, copre da sola il 30 per cento delle esportazioni nazionali.
L’export di prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca crolla invece del 25 per cento. Il volano dell’economia sarda, in sintesi, resta ancora il petrolio. Un solo stabilimento fa balzare la Sardegna in alto in certe classifiche. In altre, sempre dell’Istat, l’Isola non se la passa benissimo: un terzo della popolazione è a rischio povertà, mentre la media italiana, rispetto al 2021, è di 1 su 4.