Export, crollo dei prodotti sardi: solo lo 0,6% delle aziende vende all’estero

Solo 633 aziende sarde, nel primo semestre del 2021, hanno piazzato i propri prodotti all’estero. Appena lo 0,6 per cento delle attività imprenditoriali isolane ha intrapreso rapporti commerciali con l’Europa e il resto del mondo, vendendo beni per un controvalore di 2,5 miliardi di euro, classificando la Sardegna al quart’ultimo posto in Italia tra le regioni esportatrici.

Sono i dati sull’Isola relativi alla graduatoria dell’export regionale, rielaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, contenuti nell’indagine del Centro studi Tagliacarne/Unioncamere, diffusa in occasione dell’incontro “Il digitale a supporto dell’export”. “I numeri assoluti, e in percentuale, delle aziende sarde che hanno intrapreso la via dell’export sono veramente esigui e ci posizionano in fondo alla classifica – commenta la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai – per questo è necessario che il sistema imprenditoriale e le Istituzioni lavorino insieme per far crescere sia le i numeri delle realtà che vogliono puntare sui mercati esteri e accrescere il proprio giro d’affari”.

Tra le imprese esportatrici troviamo sia quelle produttrici di prodotti derivati dalla raffinazione del greggio, quelle dell’industria pesante, della caseificazione ma anche le piccole e medie imprese. Sono proprio queste ultime che, solo pochi mesi hanno fatto brillare l’export delle pmi della Sardegna; infatti, nel primo semestre 2021, hanno registrato la miglior performance di crescita tra tutte le regioni italiane, superiore anche a quella di Lombardia e Veneto. Con un controvalore di 331 milioni di beni piazzati all’estero e una crescita del +41,7 per cento sul 2020 e del 62,2 sul 2019, la Sardegna è risultata, tra gennaio e giugno, la prima in Italia per incremento delle esportazioni prodotti dalle piccole imprese.

Tra le categorie di beni che avevano fatto registrare un maggior incremento di vendita rispetto al 2019, i prodotti metalliferi (+108%) per un controvalore di vendita di 234 milioni e gli alimentari (+14,5%) e un controvalore di 77 milioni. Al contrario, tra i settori in calo, furono i mobili (-43% rispetto al 2019) e il legno (-25%). Tra le province, sempre nel primo trimestre 2021, e sempre realizzati dalle piccole e medie attività produttive, su Cagliari hanno varcato il mare prodotti per un valore di 172 milioni (11 di prodotti alimentari e 156 di prodotti metalliferi), con un incremento del +37 per cento rispetto al 2020 e del 65 rispetto al 2019. Dal Sud Sardegna sono partiti 65 milioni di prodotti (56 metallo e 5 alimentari) con incremento del 46 per cento sul 2020 e 143 sul 2019.

Dal Nord Sardegna sono partiti 54 milioni di beni (40milioni di alimentari e 9 di prodotti del legno) con +49 per cento sul 2020 e +7 sul 2019. Da Nuoro sono stati piazzati 23 milioni di beni (17 metalliferi e 4 alimentari) con un +72 per cento sul 2020 e + 144 sul 2019. Chiude Oristano con 17 milioni di beni piazzati, la quasi totalità sono prodotti alimentari, con un incremento del 18 per cento sul 2020 e 20 sul 2019.

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