Eurallumina, la fabbrica di Portovesme, dovrà restituire i fondi pubblici ricevuti. Lo ha stabilito oggi il Tribunale dell’Unione europea che si è espresso su tre ricorsi aperti da Italia, Francia e Irlanda contro altrettante procedure d’infrazione. Per l’organo della giustizia comunitaria quei contributi erano illegittimi e si inquadrono come aiuti di Stato. Di qui la loro irregolarità. Il provvedimento esteso anche nei confronti di Alcan e Aughinish, altre due aziende del ciclo dell’alluminio. Per tutte le tre società il Tribunale ha imposto “la sospensione di tutti i finanziamenti attualmente erogati in maniera regolare sino a quando non avranno rimborsato gli aiuti considerati incompatibili”.
Il provvedimento di oggi si chiama ‘Aallumina II’. Tutto ruota intorno alle esenzioni fiscali che i vari Governi hanno concesso alle aziende per smaltire gli oli combustibili pesanti, che sono scarti di produzione. La Commissione Ue, a cui il tribunale ha dato ragione, ha sostenuto l’illegittimità degli sgravi “dal momento che in tutti e tre gli Stati tali esenzioni sono altamente selettive e favoriscono nella pratica solo un’impresa e un settore (ossia l’industria della produzione di allumina)”. La detassazione è stata applicata a partire da gennaio 2004.