Energia, operai Portovesme srl a Villa Devoto: “A rischio 1500 posti di lavoro”

Coinvolgere la politica perché eviti la fermata degli impianti della Portovesme srl con la conseguenza di millecinquecento posti di lavoro persi. Questo è l’obiettivo del presidio che questa mattina è stato organizzato davanti a Villa Devoto a Cagliari, sede della presidenza della Regione. Le operaie e gli operai dell’azienda protestano per una situazione di crisi che risale alla fine dell’anno scorso quando, l’azienda aveva annunciato lo stop alla produzione dello zinco, a causa dei costi dell’energia.

Il conflitto in Ucraina e il rincaro è ancora più imponente c’è il rischio concreto che il Sulcis debba registrare altri posti di lavoro persi. Per questo motivo i sindacati dei chimici si sono mobilitati, insieme con i colleghi dei metalmeccanici, per dare una sveglia alla Regione e al governatore Solinas che incontrerà i rappresentanti dei lavoratori lunedì 4 aprile alle 11.

“Oggi abbiamo ribadito che la priorità è il tema energia – ha detto dal megafono Emanuele Madeddu della Filctem-Cgil in rappresentanza anche di Cisl e Uil – l’azienda ci ha detto che da qui a qualche settimana, in assenza di notizie diverse, le produzioni verranno fermate completamente. Ebbene si è arrivati lunghi a questa situazione perché già da ottobre abbiamo chiesto un incontro per affrontare i temi del caro energia e problemi più strutturali e oggi abbiamo dovuto mobilitare le persone per ottenere un faccia a faccia”.

I sindacati hanno annunciato, però, che sono pronti a portare avanti tutte le iniziative di lotta: “Non permetteremo né alla politica ma neanche alla società di fermare quella fabbrica perché non ce lo possiamo permettere e siamo pronti a fare le barricate“. A Solinas hanno chiesto di essere “alleato” in questa battaglia dopo che “forse, in questa fase, si è dormito eccessivamente ed è stata necessaria la nostra sveglia con la nostra presenza qui a Cagliari. Non è un caso che dopo avere annunciato la mobilitazione, in 48 ore sono arrivate due convocazioni“. Martedì 5 aprile, alle 8, invece, nuova assemblea generale dei lavoratori in fabbrica per discutere dell’esito dell’incontro e definire i prossimi passi.

“La Regione è come sempre al fianco dei lavoratori in lotta e delle imprese, e ne condivide le preoccupazioni e le ragioni, espresse anche con la manifestazione di oggi”. Lo ha detto in serata il presidente della Regione, Christian Solinas, ricordando di aver, già da ieri sera, convocato per lunedì prossimo le rappresentanze sindacali dei lavoratori del polo di Portovesme per fare il punto sulle le azioni messe in campo dalla Regione per ottenere dal Governo nazionale un intervento straordinario mirato all’abbattimento dei costi dell’energia, lievitato a causa delle crisi internazionali in atto, e che mette a rischio le attività degli stabilimenti sardi.

“È un tema di rilevanza nazionale, che rientra nella competenza dello Stato – prosegue Solinas -, che ci vede impegnati fin dal primo momento in un dialogo serrato con i ministri competenti per assicurare un intervento immediato. Come illustrato ieri dagli assessori Pili e Zedda, in una riunione con i lavoratori, i rappresentanti dell’azienda, i sindacati e Confindustria, Sardegna e Sicilia sono state le Regioni promotrici di un emendamento al Decreto “Misure urgenti in materia di energia elettrica, gas naturale e fonti rinnovabili” con l’obiettivo della perequazione dei costi energetici tra le aziende che operano nella Penisola e quelle che operano nelle isole maggiori. Il testo è stato approvato all’unanimità dalla commissione tecnica della commissione Energia della Conferenza Stato-Regione, e ora passerà al vaglio politico”.

“Il nostro obiettivo – conclude il governatore – è quello di incentivare la partecipazione dei grandi consumatori industriali agli investimenti in nuova capacità produttiva da fonte rinnovabile e l’aumento dell’autoproduzione per la sostenibilità energetica. È assolutamente necessario, aggiunge, ristabilire un giusto prezzo dell’energia a beneficio di tutte le aziende sarde, oggi ancora più penalizzate per effetto della crisi internazionale e dell’incertezza che il conflitto in Ucraina sta generando tra gli operatori”.

[Foto Ansa]

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