Energia, Legambiente incontra Solinas: “No al metano, subito fuori dal carbone”

No allo slittamento del phase out (l’uscita) dal carbone al 2030 (invece che dal 2025) e no al progetto di dorsale del metano che va abbandonato. Sono due dei punti fermi nell’appello lanciato oggi da Legambiente al presidente della Regione Christian Solinas, durante un incontro in cui la presidente regionale Annalisa Colombu e Vincenzo Tiana del Comitato scientifico hanno illustrato al governatore il documento scaturito dall’ultima conferenza dell’associazione. Un appello alla Regione “ad accelerare la transizione climatica e sociale, con un progetto che indirizzi le risorse della nuova programmazione Ue per le comunità interessate alla decarbonizzazione, con l’obiettivo di creare lavoro attraverso investimenti in riconversione delle zone industriali inquinanti, rinnovabili, efficienza del settore edilizio e sistemi di accumulo idraulico ed elettrico”.

Grazie alla programmazione 2021-2027, “possono essere messi in campo fino a due miliardi per queste aree, e noi non dobbiamo sprecare l’occasione guardando a proposte superate”. Il phase out, secondo Legambiente, deve essere accompagnato “dalla realizzazione dell’elettrodotto Sardegna-Sicilia-Continente per potenziare l’interconnessione con il continente, la sicurezza della rete e facilitare l’esportazione dell’energia prodotta, e dalla realizzazione di depositi costieri di Gnl (gas naturale liquefatto) nei porti industriali al servizio delle più importanti aree urbane ed industriali con mini-rigassificatori anche per riconvertire le centrali a carbone”. E poi, dalla richiesta di “una tariffazione unica per i cittadini e le imprese in Sardegna per il metano, in accordo con l’Autorità per l’energia in modo da garantire la continuità territoriale e evitare differenze di prezzo tra i diversi ambiti”.

Gli ambientalisti ritengono che ora “la sfida che si apre per la politica regionale è di fare in modo che questa transizione sia sostenibile anche da un punto di vista sociale”. E in particolare – continuano Colombu e Tiana – “ai sindacati diciamo che comprendiamo la giusta difesa dei posti di lavoro, ma che il processo urgente di decarbonizzazione non lo devono pagare i lavoratori ma è indispensabile che la Sardegna affronti con un ruolo attivo la sfida della innovazione energetica per riconvertire il comparto produttivo e creare anche nuova occupazione. Pertanto – concludono – ai sindacati proponiamo l’apertura di un momento di confronto, per delineare insieme delle alternative di sviluppo”.

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