Energia, finiscono gli sconti per gli impianti sardi. “Così si muore”

E’ allarme in Sardegna per il mancato riconoscimento del regime di essenzialità per le centrali di Portotorres, Portovesme e Ottana, mentre l’unica proroga sino al 31 dicembre 2016 sarà quella per l’impianto di Assemini. La comunicazione ufficiale alle sedi legali delle centrali della decisione assunta dall’Authority e resa operativa da Terna “è partita oggi”, rileva il deputato di Unidos Mauro Pili. “Portotorres, Portovesme e Ottana non saranno più supportate da un riconoscimento economico insulare per la loro gestione. Tradotto: non avranno contributi per sopperire ai maggiori costi gestionali legati al rischio di black out derivanti dall’essere un’isola. Sostanza: senza contributo gestionale chiudono – denuncia Pili – Con questa decisione si aggrava su due fronti la situazione del comparto industriale sardo, da una parte pregiudica la quantità di energia disponibile e dall’altra garantendo l’affidabilità del sistema elettrico mette in seria discussione il regime di interrompibilità e super interrompibilità in discussione a Bruxelles per le industrie energivore, tra le quali Alcoa e Portovesme srl”.

“La notizia è gravissima e ha conseguenze devastanti – scrivono in un comunicato congiunto Confindustria e sindacati -: ci sarà il crollo definitivo del sito industriale di Ottana e si preclude anche ogni possibilità di rilancio di Ottana Polimeri (ferma da un anno e che produce Pet per la produzione di bottiglie di plastica, 80 gli addetti, ndr). Le conseguenze economiche, sociali e occupazionali saranno incalcolabili per un territorio già stremato dalla crisi. Nelle scorse settimane – proseguono – abbiamo più volte segnalato il problema alla Regione e abbiamo chiesto un intervento politicamente incisivo nei confronti del Governo. Quanto appreso stamattina in via ufficiale denota che il problema è stato sottovalutato e non è stata avviata alcuna azione politica forte nei confronti del Ministero a sostegno della proroga dell’essenzialità per le centrali elettriche sarde”. “Per la Sardegna Centrale in particolare – proseguono sindacati e associazione degli industriali – la perdita del regime di essenzialità ad Ottana equivale all’ennesimo e grave smacco: dal futuro della centrale elettrica dipendono strettamente le prospettive della Ottana Polimeri. Infatti gli sforzi messi in campo fino ad oggi per il rilancio della filiera chimica del Pet che legano assieme Ottana e Sarroch, difficilmente si concretizzeranno se la centrale elettrica non dovesse avere l’essenzialità”.

In pressing anche altri parlamentari sardi. “Senza certezze su un’ulteriore proroga da parte del ministero dello Sviluppo Economico del regime di essenzialità per le centrali elettriche sarde si rischia un nuovo, questa volta davvero senza ritorno, disastro occupazionale ed economico in Sardegna – afferma il deputato del gruppo Per l’Italia-Centro Democratico Roberto Capelli, che annuncia di aver consegnato una lettera aperta al ministro Federica Guidi per chiedere un intervento urgente – Il clima di incertezza legato alla provvisorietà delle proroghe e ora l’approssimarsi del 31 dicembre oltre il quale si prospetta il vuoto – sottolinea l’esponente centrista – non ha certo giovato e chi ha orecchie per ascoltare in Sardegna avverte giorno dopo giorno sempre più forte il ticchettio di un timer inquietante. Un timer che ci ricorda che sta per esplodere una vera e propria bomba occupazionale: una bomba che si chiama Ottana Energia, E.On Fiume Santo, Enel Sulcis, che vede minacciati 800 posti di lavoro più l’indotto nell’immediato, e che rischia di avere effetti a catena ancora più deflagranti. Senza la ‘cura’ del regime di essenzialità – avverte Capelli – il prezzo dell’energia in Sardegna sarebbe destinato a tornare a crescere, la stima è di circa il 30% in più, e tutte le principali aziende manifatturiere sarde si ritroverebbero in gravissima difficoltà”. All’attacco contro la Giunta Pigliaru il consigliere Sardista Marcello Orrù. “Quanto sta accadendo in queste ore è gravissimo – commenta l’esponente dell’opposizione – e per il Nord Sardegna si tratta di una decisione gravissima che avrà conseguenze pesantissime sul territorio e rischia di creare centinaia di nuovi disoccupati. E’ indecente il silenzio e l’immobilismo della Giunta regionale: ora più che mai è fondamentale il suo intervento nei confronti del governo di Matteo Renzi affinchè non sia adottata l’ennesima e dannosissima scelta contro la Sardegna”.

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