L’eventuale blocco della centrale elettrica di Ottana per il mancato rinnovo dell’essenzialità (energia a prezzi amministrati garantiti dall’ente regolatore), creerà grossi problemi all’area industriale di Ottana e alla sua occupazione. La preoccupazione è stata illustrata in un documento che la Confindustria nuorese ha inviato al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, in vista della riunione convocata al Mise martedì 24 novembre sul tema dell’energia.
Sarà quella l’occasione in cui la Confindustria si confronterà con il Governo sui costi dell’insularità, stimati dalla Regione in 1,1 miliardi di euro all’anno, di cui circa la metà dovuti all’assenza di metano. Quanto all’area industriale di Ottana, nel documento si legge: “L’alto costo dell’energia innescherà un immediato effetto domino sulle imprese del sito: da una parte, si pregiudicherà il riavvio di Ottana Polimeri e andranno in crisi aziende come Corstyrene, che dipendono dalla produzione di vapore della centrale; dall’altra la fermata della centrale determinerà la crisi del Consorzio industriale provinciale le cui entrate dipendono per il 90% da Ottana Energia. Con la fermata di quest’ultima impresa, la crisi del Consorzio sarà inevitabile, con un conseguente impatto anche sulle imprese insediate tra cui Antica Fornace, Eurozinc, Tirreno gas, Denti & Company, che si servono dei servizi del Consorzio (quali depurazione, fornitura idrica, illuminazione, manutenzioni strade)”.
Una situazione che secondo Confindustria si tradurrà nella morte dell’industria nel centro Sardegna: “Il mancato rinnovo dell’essenzialità finirà per decretare la fine dell’intero insediamento di Ottana che conta circa 430 addetti diretti, dicui circa 90 in Cig, più l’indotto. Qui si spegne ogni speranza di rilancio del sito, nonostante i circa 117 milioni di euro di investimenti da parte delle imprese e i 20 milioni a disposizione per le infrastrutture”.