Secondo i dati pubblicati dal sesto Rapporto sul settore delle Costruzioni in Sardegna e presentato oggi dall’Ance Sardegna (Associazione nazionale costruttori edili), l’economia della Sardegna e in particolare per il settore delle costruzioni, continuano a registrare un segno meno.
A risentire maggiormente della crisi è il settore delle costruzioni che ha registrato una contrazione del 38,3% in cinque anni (dal 2008 al 2012).
Per il sesto anno consecutivo, nel 2013, è calato il numero di occupati di almeno 24.100 addetti pari al 36% e ha toccato sia i dipendenti (-16.300 dal 2007 al 2013) sia gli autonomi (-7.800 unità).
Secondo i dati delle Casse Edili il numero di ore lavorate fra il 2008 e il 2012 ha subito una contrazione del 46,7% cui si deve aggiungere un’ulteriore flessione del 20,3% nei primi 11 mesi del 2013.
Lo scorso anno si è attenuato il ricorso alla cassa integrazione: sono diminuite del 35,9% il numero di ore autorizzate dalla Regione, ma tra il 2007 e il 2012 il numero di ore era più che quadruplicato passando da circa 1,1 a 6 milioni di ore lavorate.
L’Ance denuncia inoltre che in Sardegna i debiti pregressi degli enti pubblici ammontano complessivamente a 662,8 milioni di euro, mentre quelli bloccati dal Patto di stabilità sono 330 mln di euro. “Scandalosi” anche i tempi medi di pagamento: si va da un minimo di sette mesi ad un massimo di due anni.
Nei primi nove mesi del 2013 calano anche i mutui erogati: -80% nel settore residenziale e -60% in quello non residenziale e nello stesso periodo i mutui accesi dalle famiglie sarde per acquistare un’abitazione si sono dimezzati (-52%).