Edilizia al collasso, allarme sindacati: “L’Isola ha 2,4 miliardi di risorse ferme”

Mobilitazione dei sindacati davanti all’assessorato dei Lavori pubblici per chiedere il rilancio delle costruzioni in Sardegna. L’appuntamento è fissato per venerdì 15 novembre alle 10 in viale Trento: la manifestazione sarà il clou di una lunga serie di assemblee territoriali di informazione e sensibilizzazione. L’iniziativa è promossa dalle segreterie regionali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Parole chiave: infrastrutture, lavoro e sviluppo. Tradotto in numeri – questo il quadro presentato dai segretari Erika Collu (Cgil), Giovanni Matta (Cisl) e Marco Foddai (Uil) – la Sardegna ha tante risorse. Ma le opere finanziate non decollano. A disposizione 600 milioni per lavori in esecuzione già affidati, 1,4 miliardi del pacchetto del contratto di programma per opere in progettazione e altri 400 milioni sull’accordo quadro. Soldi, già disponibili per l’adeguamento e la sistemazione di alcuni tratti della viabilità sarda, che “però sono fermi e si perdono nel labirinto delle autorizzazioni”.

Costruzioni uguale lavoro: Cgil, Cisl e Uil hanno ricordato che sono fuoriusciti dal settore edilizia più di 30mila persone. La proposta è quella di puntare sulla riqualificazione del patrimonio abitativo, sull’edilizia scolastica e sulla prevenzione e messa in sicurezza di tutto il territorio contro il dissesto idrogeologico. “Il settore delle costruzioni – ha detto Collu – ha un’importante ricaduta sulla collettività. Registriamo, nonostante la diminuzione dell’occupazione, in questi dieci mesi ancora incidenti sul lavoro, soprattutto in itinere: chiederemo infrastrutture, lavoro e sviluppo. Ma anche il monitoraggio dei cantieri”. Anche la Uil chiede fatti: “Noi non ci fermiamo – ha detto Foddai -, vogliamo azioni concrete. Le risorse ci sono, ma non vengono spese. Una svolta sarebbe una risposta ai 30mila espulsi in 10 anni di crisi”. All’attacco anche la Cisl: “Chiediamo lo sblocco dei fondi – ha detto Matta – per l’avvio o il riavvio di cantieri fermi. Necessario al più presto un confronto, alla presenza della Regione, con i principali committenti”.

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