Covid-19, l’appello dei commercianti: “Non si vive di ristori, fateci lavorare”

Proprio nel momento in cui gli esperti si dividono sul lockdown totale di fronte all’avanzata della variante inglese del Covid, dalla Sardegna arriva l’appello degli imprenditori dei pubblici esercizi, principalmente ristoranti, pizzerie e bar: “Non si vive di ristori, fateci lavorare tutto il giorno, siamo in grado di rispettare tutte le condizioni richieste da protocolli”. È quanto emerge da un sondaggio lanciato on line da Confcommercio Nuoro Ogliastra che ha posto veri quesiti a ristoratori e baristi. Le risposte fanno emergere una profonda sofferenza delle imprese del settore, che accusano per il 93,6 per cento dei casi una forte flessione generalizzata del fatturato del 2020 rispetto al 2019, con oltre il 50 per cento di riduzione nel 33,3 per cento dei casi e tra il 30 ed il 50 per il 30,8 per cento.

Il lockdown e quindi le chiusure forzate o il non poter lavorare la sera hanno modificato le modalità organizzative di vendita, tramite l’asporto (take away) e le consegne a domicilio. Il 69,6 per cento dei ristoratori e oltre sei baristi su dieci hanno introdotto l’asporto proprio per soddisfare la domanda della clientela e far fronte ad una certa riduzione dei ricavi. Mentre per quanto riguarda le consegne a domicilio (delivery) una percentuale importante dell’81,3% dei ristoratori ha organizzato questo sistema affinandolo e perfezionandolo cosa che invece non ha fatto il 76,1 per cento dei bar. Sulle misure messe in campo da Governo e Regione per supportare le imprese contro la perdita di fatturato emerge uno scenario impietoso: i 600 euro erogati dal Governo e gli 800 euro della Regione vengono ritenuti inutili dalla maggior parte delle imprese, così come è alto il numero di coloro che ritengono di poca utilità il credito di imposta sulle sanificazioni e strumenti di sicurezza.

Bocciati i ristori e la misura sul Fondo Ristorazione del ministero delle Politiche agricole. “In generale possiamo dire che le misure messe in campo non sono state sufficienti e tra loro scoordinate e a singhiozzo e soprattutto non facilmente accessibili a causa della complessità delle procedure – spiega il direttore di Confcommercio Nuoro Ogliastra Gianluca Deriu – gli imprenditori chiedono un’apertura immediata e in sicurezza anche la sera, invocata dal 91,5% delle risposte. Molti investimenti sono stati fatti per questo. Il tutto va accompagnato dai controlli, infatti non si può pregiudicare il lavoro serio e attendo di molti con la superficialità di pochi”.

Altre richieste riguardano la sospensione degli adempimenti fiscali per un anno e fondi a tasso zero. “In sintesi si può affermare che se gli imprenditori vengono messi in condizioni di lavorare hanno una visione verso il futuro e hanno solo voglia di lasciarsi alle spalle questo periodo buio – afferma Silverio Nanu rappresentante della categoria in Confcommercio Nuoro Ogliastra – e diventa fondamentale avere risorse liquide per poter finanziare la ripartenza in modo rassicurante sperando che con vaccinazioni e test, possa riprendere fiducia spingendo i consumi”.

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