Coronavirus, sindacati contro la Giunta: “I 110 milioni sono solo propaganda”

“È vergognoso l’atteggiamento della Giunta e del suo presidente che, mentre negano il confronto chiesto più volte dai sindacati, decidono di ripartire 110,5 milioni di euro a vantaggio solo di alcune imprese e settori, e soprattutto, dimenticano il mondo del lavoro che in questa crisi sta dando prova di responsabilità, ma rischia di restare sopraffatto, prima dall’emergenza sanitaria, poi dalla crisi devastante che colpisce e colpirà il sistema economico e sociale della Sardegna”.

È pesante il giudizio dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca – sulle misure decise dalla Giunta regionale per far fronte all’emergenza coronavirus, e aggiungono: “Non avendoci ascoltato, la Giunta ha approvato, con un chiaro intento propagandistico, misure che ricalcano ambiti di intervento già ampiamente coperti dal decreto nazionale, distogliendo risorse utilizzabili invece per il sostegno ai lavoratori e alle stesse imprese o settori scoperti o meritevoli di misure rafforzate”.

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Alla Giunta Cgil, Cisl e Uil chiedono che rimedi immediatamente e convochi le organizzazioni sindacali per ridiscutere provvedimenti e risorse che devono dare risposte anche ai lavoratori più deboli ed esposti, quelli che non usufruiscono – per nulla o non abbastanza – delle indennità ordinarie per i quali occorre subito recepire il decreto nazionale, e a tutto il sistema delle micro, piccole e medie imprese, con interventi mirati che tengano conto delle specificità del tessuto produttivo isolano.

“Chiediamo inoltre – hanno aggiunto Carrus, Carta e Ticca – che siano immediatamente coinvolte i sindacati dei lavoratori nell’Unità di crisi della Sanità e che siano date risposte immediate a tutti gli operatori sanitari, esposti in prima linea senza dispositivi di protezione, senza adeguati strumenti e reparti dedicati, senza neppure il numero di tamponi per verificare il loro stato di salute e quello di tutti i pazienti e fermare i contagi che stanno dilagando negli stessi ospedali. Non serve intimidirli perché non denuncino queste gravi mancanze, come ha tentato di fare l’assessore alla Sanità”.

Inoltre, è necessario attivare un coordinamento regionale, coinvolgendo le prefetture, per il monitoraggio delle condizioni di salute e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, che raccolga le segnalazioni e assicuri un pronto intervento per il rispetto delle norme di tutela previste nei decreti e nel protocollo nazionale, e per ordinarne l’esecuzione o disporre la chiusura dove necessario.

“Ciò che serve – concludono i segretari generali – sono azioni concrete adesso, ad iniziare da un accordo quadro per snellire le procedure di cassa integrazione ordinaria e in deroga e adottare altre possibili misure, e non certo la boutade su stati di emergenza prolungati fino al 31 luglio, che creano confusione e alimentano ulteriori preoccupazioni, di cui non si comprende la ratio se non quella di precostituirsi ampi margini di manovra discrezionali”.

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