Cento pastori kirghisi nell’Isola: progetto Coldiretti contro abbandono delle campagne

L’obiettivo è quello di sostenere le aziende agro-pastorali sarde in cerca di continua manodopera qualificata e rafforzare, nel tempo, il tessuto produttivo isolano contrastando anche l’abbandono delle campagne e dei piccoli centri dove a pesare sono soprattutto il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione. Per farlo, però, sono necessari ancora alcuni passaggi con il Governo del Kirghizistan propedeutici alla presentazione del programma ai ministeri italiani competenti. Lo precisa Coldiretti Sardegna, in merito alle notizie emerse sulla chiusura dell’accordo per l’arrivo in Sardegna di un gruppo di pastori kirghisi.

Il percorso – chiarisce Coldiretti – è ancora in fase di definizione negli ultimi dettagli ma è stato lanciato nelle scorse settimane (con un primo incontro tra i vertici Coldiretti Sardegna e l’ambasciatore del Kirghizistan in Italia Taalay Barzabeev, accompagnato da una sua rappresentanza) e consolidato con la visita in Kirghizistan della delegazione Coldiretti Sardegna guidata dal presidente Battista Cualbu, il direttore regionale Luca Saba e il presidente di Coldiretti Cagliari, Giorgio Demurtas, e adesso dovrà concretizzarsi con gli ultimi passaggi necessari a completare il progetto di collaborazione. 

Nei giorni scorsi è stato presentato alle autorità kirghise, più in particolare ai dirigenti del Centro per l’impiego del ministero del Lavoro, un progetto pilota di medio – lungo periodo che intende portare all’inserimento di lavoratori stranieri e le loro famiglie, a seconda della domanda, con interventi in tre distretti rurali: Sassari, Barbagie e Sarrabus, con l’aiuto di mediatori culturali. All’incontro deve seguire, ora, la firma di un accordo-protocollo tra Centro per l’impiego kirghiso e Coldiretti.  

Come confermato negli scorsi giorni dalla visita in Kirghizistan – precisa la Coldiretti Sardegna – nel Paese asiatico sono fortemente presenti attività di allevamento e di profonde conoscenze dell’attività casearia, diffuse competenze soprattutto nella realizzazione di formaggio da latte di pecora ma anche nell’allevamento dei cavalli, in un territorio molto suggestivo dal punto di vista ambientale e che sta sviluppando fortemente l’attività turistica.

Tra gli altri obiettivi del progetto pilota, rimangono la fornitura di contratti di lavoro regolari presso imprenditori agricoli sardi e l’attivazione di processi per favorire la possibilità di affittare a prezzi contenuti le case nei centri dove si svolgerà il lavoro grazie all’aiuto dei Distretti rurali. 

Lo sviluppo del progetto di integrazione sociale dei lavoratori del Kirghizistan in Sardegna sarà possibile grazie alla collaborazione con il Governo  del Kirghizistan in Italia e quello italiano con l’obiettivo di creare opportunità di lavoro stabile e nel pieno rispetto della legalità sia in termini di servizi sociali che per il mondo produttivo, in particolare quello agro-pastorale.

L’obiettivo è quello di creare opportunità di lavoro stabile e nel pieno rispetto della legalità sia in termini di servizi sociali che per il mondo produttivo, in particolare quello agro-pastorale. L’accordo – spiega la Coldiretti – prevede contratti di apprendistato e poi contratti a tempo indeterminato con la possibilità di occupare le tante case sfitte nei piccoli centri dell’Isola. Una prima selezione verrà fatta inizialmente dal ministero del lavoro kirghizo che preparerà i bandi per l’individuazione di personale per la Sardegna.

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