Non solo le famiglie sarde fanno i conti con il caro bollette cercando di individuare il gestore e il contratto più conveniente, ma anche le aziende, soprattutto le piccole medie imprese, devono fare i conti con l’aumento dei costi dell’energia. Lo scorso anno le Pmi isolane hanno pagato il 9.9 per cento in più l’energia rispetto alle media europea. Una cifra considerevole che nel biennio 2022-2023 si è tradotto in un gap di 260 milioni di euro di maggiori costi rispetto alle imprese europee di piccole e media dimensione.
Andando ad osservare il territorio si scopre che la provincia Sassari-Gallura è quella che ha pagato maggiormente: 96 milioni di euro in più. Seguono Cagliari, cresciuta di 71 milioni, il Sud Sardegna, 41 milioni, Nuoro 29 e Oristano 24.
Il focus sul caro bollette è stata condotta, mettendo a confronto i dati Eurostat, Terna e Istat 2022-2023, dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna.
“L’analisi sul peso della bolletta elettrica per le aziende sarde e del resto d’Italia – ha sottolineato il presidente di Confartigianato Sardegna, Giacomo Meloni – mostra l’urgenza di interventi di politica energetica su più fronti: diversificazione delle fonti di approvvigionamento, sostegno convinto delle rinnovabili e delle azioni per l’efficientamento e la riqualificazione energetici degli edifici”.
L’analisi ricorda anche come i costi dell’energia per la Sardegna nel 2023 segnarono un +68,2% rispetto al 2021 (pre conflitto russo-ucraino) con il picco dei rincari che però venne toccato nella seconda metà del 2022, momento in cui l’escalation dei prezzi di elettricità e gas provocò una impennata dei costi che toccò un +147,1% rispetto al 2021. In quei due anni (2022-2023), le attività produttive isolane pagarono quasi 1 miliardo e mezzo di euro in più rispetto al periodo pre bellico.
“Sempre più, sarà necessario coniugare lo sviluppo economico con il risparmio energetico – ha proseguito il presidente Meloni – però è necessario “mettere a terra” un sistema efficiente di iniziative che realmente e tangibilmente favoriscano l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia e l’efficienza energetica degli impianti produttivi”.
“Le aziende che abbracciano questa visione – prosegue – non solo prosperano sul mercato, ma diventano veri e propri incubatori di innovazione, dove le risorse umane sono messe nelle condizioni di dare il meglio di sé, contribuendo attivamente al successo dell’impresa e alla costruzione di un futuro più verde e sostenibile”.