Segno più da 5 milioni di euro per il conto economico della Banca di Sassari, con una crescita quasi doppia rispetto ai primi sei mesi del 2014. È il dato che emerge dalla relazione finanziaria semestrale approvata oggi dal Consiglio di amministrazione della banca, destinata tuttavia a essere assorbita dalla capofila emiliana Bper, come scritto nel piano industriale presentato nei mesi scorsi.
Dunque, nonostante le gravi difficoltà del contesto entro cui opera l’istituto sia a livello macroeconomico che a livello territoriale, il risultato è frutto in particolare di tre fattori non casuali: la sostanziale tenuta del core business della banca, con un margine d’intermediazione che cresce dell’1,78%, la riduzione del costo del credito e il contenimento delle spese amministrative, che sono diminuite dello 0,33%. “Questo significativo risultato di bilancio è dovuto alla professionalità e all’impegno di tutta la nostra struttura- sottolinea il presidente del Cda Ivano Spallanzani – ma anche al clima costruttivo che si respira nella Banca di Sassari sia nei rapporti interni che con la clientela”.
E proprio gli impieghi a favore della clientela ordinaria, al netto dei dubbi esiti, raggiungono i 1.287,9 milioni di euro. La variazione è di +17,7 milioni di euro rispetto al dicembre 2014 (1.270,2 milioni di euro), equivalente al +1,39%. L’incremento, che si rileva in modo particolare sulle forme tecniche “Mutui”, “Strumenti di Pagamento” e “Prestiti Assistiti”, evidenzia la consolidata politica di sostegno alle istanze del territorio e, specialmente, alle imprese locali e alle famiglie.
L’andamento reddituale mostra una sostanziale stabilità del margine di interesse e una dinamica positiva del margine di intermediazione: il primo, passa dai 26,0 milioni del giugno 2014 agli attuali 25,8 milioni, con una variazione percentuale del -0,86%, mentre il margine di intermediazione complessivo passa dai 48,3 milioni di euro del giugno 2014 agli attuali 49,2 milioni, registrando un miglioramento dell’1,78%.
I costi operativi – si legge ancora in una nota del Cda – registrano un incremento dello 0,81% passando da 37,2 milioni del giugno 2014 a 37,5 milioni. Fra questi, le spese per il personale si comprimono per 0,6 milioni di Euro, mentre le “altre spese amministrative” si incrementano di 0,4 milioni di Euro (+1,90%). Inoltre, si rende opportuno un congruo accantonamento ai Fondi per Rischi e Oneri sia per l’ottimale presidio dei vari procedimenti in corso, sia per le indicazioni maturate nel sistema a proposito del Fondo Unico di Risoluzione.
“Il saldo delle rettifiche/riprese di valore – sostiene il direttore denerale Lucio Panti – rileva una significativa riduzione del costo del credito che passa nel semestre dallo 0.62% allo 0.31%. Nonostante l’elevato grado di copertura dei crediti deteriorati, l’incidenza degli accantonamenti netti per deterioramento di crediti al giugno 2015 segna infatti 4,0 milioni di euro, rispetto agli 8,0 milioni dell’analogo periodo dello scorso anno (-49,87%)” .
Il risultato netto della gestione finanziaria si attesta a 45,1 milioni di euro e progredisce del 10,21% rispetto ai 40,9 milioni del primo semestre 2014. Il risultato lordo della gestione si attesta pertanto a 7,6 milioni di euro a fronte dei 3,7 milioni del giugno 2014, pari a +3,9 milioni in valore assoluto. Su di esso grava, in 2,6 milioni di Euro, la misura dell’accantonamento per imposte correnti, fissando il tax rate al 34,29%.