Aumentano le piccole e medie imprese, esportazioni e fatturato restano al palo

Cresce il numero di piccole e medie imprese in Sardegna, ma cala il loro fatturato. È la sintesi del quinto rapporto ‘Pmi Mezzogiorno 2019’ di Confindustria Cerved, che questa mattina è stato presentato nel ‘Business centre’ dell’aeroporto di Cagliari alla presenza del presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia.

Nel 2017 (periodo di riferimento dell’analisi Cerved) nell’Isola operavano 2.420 aziende, con una crescita di oltre il quattro per cento rispetto all’anno precedente (+4,2%), in media una crescita più elevata di tutto il Paese e del Mezzogiorno in particolare. Ridotta invece, rispetto al resto d’Italia, la crescita del fatturato che si ferma a un 4,1 per cento in più contro il 4,4 nazionale. Altro tasto dolente è la scarsa propensione all’export solo 139 società (il 6,3% di tutte le imprese sarde) sulle 29.513 italiane, e quindi delle 2.420 sarde, sono “fortemente esportatrici”.

Per quanto riguarda il guadagno lordo tra il 2016 e il 2017, le piccole e medie imprese sarde registrano una crescita marcata dei margini (+11,9%). Resta ampia la distanza rispetto ai livelli pre crisi con più di dieci punti di ritardo rispetto alle italiane (-20%). Il gap delle sarde è infatti del -33,7 per cento. In crescita il numero di occupati, del + 8,2 per cento nelle piccole e +3,8 per cento nelle medie imprese. In valori assoluti sono quasi 63mila. Nel 2018 le pmi hanno atteso il pagamento delle fatture in media 79,2 giorni (77 nel 2017). La percentuale delle aziende che hanno migliorato la propria classe di rischio diminuisce nell’ultimo biennio da 38,2 per cento a 32,5, mentre i downgrade (le retrocessioni ndr) aumentano da 25,5 a 28,7 per cento.

Infine diminuiscono i debiti finanziari: del -4,7 per cento nel biennio 2017-16 e del -1,1 nel medio periodo (2017-2017). Per il presidente regionale di Confindustria, Alberto Scanu, “il rapporto mostra per la Sardegna una realtà contradditoria: si rileva, infatti, una crescita, seppur modesta, del numero delle imprese, mediamente più elevato del resto del Mezzogiorno e del Paese, mentre l’accelerazione del fatturato è inferiore al valore medio del Mezzogiorno”. Scanu si sofferma sui dati dell’export: “Una performance negativa visto che il numero delle imprese con vocazione internazionale sul totale delle Pmi è ancora ridotto rispetto a quello nazionale e del mezzogiorno (6,3% contro il 20,7% e 8,7%)”.

Per il presidente di Confindustria Sardegna Meridionale, Maurizio De Pascale, “appare estremamente preoccupante il dato relativo alla minore incidenza del settore industriale sul totale delle imprese rispetto alla media italiana (13% in Sardegna contro il 29,8% in Italia), a fronte di un’incidenza superiore dei servizi e dell’agricoltura, mentre il settore delle costruzioni è abbastanza allineato con il resto del Mezzogiorno ma più presente rispetto alla media nazionale”. De Pascale ha sottolineato la necessità di valorizzare lo strumento della Zona Economica Speciale che, per le sue caratteristiche “potrebbe dare al nostro territorio l’opportunità di sperimentare interventi di politica industriale mirati allo sviluppo delle imprese”. Fondamentale infine “integrare le potenzialità di tutti i diversi comparti produttivi che possono crescere in un contesto di reciproca sostenibilità”.

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