L’aumento dei costi del trasporto marittimo sta mettendo in ginocchio il sistema produttivo della Sardegna. A lanciare l’allarme è Confindustria Sardegna, che denuncia gli effetti devastanti dell’applicazione della direttiva comunitaria Ets (Emission trading system), entrata in vigore il primo gennaio 2024 e destinata a intensificarsi nel 2025. Questa misura, nata per ridurre l’impatto ambientale del trasporto navale, sta causando un aumento significativo delle tariffe, mettendo in seria difficoltà le imprese sarde.
Secondo Confindustria, l’effetto della direttiva Ets sta generando un aumento dei costi di trasporto via mare fino al 30 per cento per il primo trimestre del 2025. Le tratte marittime principali, come Olbia-Livorno e Cagliari-Livorno, hanno visto un incremento rispettivamente di 197,20 euro e 217,60 euro. Questi aumenti non solo danneggiano le imprese che si affidano ai trasporti per gli approvvigionamenti, ma soprattutto penalizzano quelle che esportano le proprie produzioni, riducendo drasticamente la competitività sui mercati esterni.
“Il meccanismo dell’Ets, così com’è applicato, crea una situazione di disparità inaccettabile tra le imprese sarde e quelle delle altre regioni europee”, afferma Maurizio De Pascale, presidente di Confindustria Sardegna, insieme ai presidenti delle associazioni territoriali degli industriali Antonello Argiolas, Giovanni Bitti e Achille Carlini. “Se non si interviene immediatamente, rischiamo di compromettere irreversibilmente la competitività del nostro sistema industriale e manifatturiero”.
Il punto critico è previsto per il 2026, quando le compagnie marittime dovranno coprire il 100 per cento delle emissioni, trasferendo integralmente il peso della tassazione Ets sul comparto produttivo sardo. Questo scenario minaccia di portare al collasso molte imprese già duramente provate dalla condizione di insularità, una caratteristica che rende la Sardegna particolarmente vulnerabile ai costi di trasporto.
Confindustria Sardegna ha già avviato un dialogo con le istituzioni regionali e nazionali, chiedendo misure correttive urgenti per mitigare l’impatto degli aumenti. La richiesta è chiara: è necessario riconoscere e applicare il principio di insularità della regione, che dovrebbe garantire condizioni più favorevoli per le imprese sarde, spesso penalizzate da barriere logistiche e da costi aggiuntivi legati alla distanza dal continente. La situazione, affermano i rappresentanti di Confindustria, richiede un intervento immediato da parte delle istituzioni per salvaguardare le imprese e i livelli di competitività faticosamente costruiti negli anni.