I produttori e i trasformatori di latte ovino e bovino della Sardegna hanno presentato un’istanza formale al presidente della Regione, Christian Solinas perché si faccia istituzionalmente carico di sollecitare il Tar, affinché la sentenza di merito sulla vicenda Aras (e in particolare sull’assunzione degli ex dipendenti presso Laore) sia pronunciata e pubblicata in tempo utile a garantire la continuità delle attività. I firmatari dell’istanza, che rappresentano il 90 per cento dei produttori e dei trasformatori sardi, ritengono infatti che assicurare la continuità delle attività finora svolte da Aras comporterebbe “un sicuro vantaggio all’intero comparto lattiero caseario, dalla produzione primaria fino alla trasformazione e commercializzazione del prodotto finito”.
Se così non fosse, i produttori ritengono che la prossima campagna casearia metterebbe a rischio il sistema di garanzia sanitario, in particolare verrebbe a mancare sia il controllo della produzione primaria che interessa la totalità delle aziende zootecniche produttrici di latte delle varie specie (vaccino, ovino, caprino), sia l’assistenza e il supporto analitico per l’applicazione della misura sul benessere animale. A sottoscrivere l’istanza sono: Fratelli Pinna Thiesi, Coop Allevatori Mores, Agriexport Sardegna Chilivani, Latteria La Concordia Pattada, Coop Allevatori Ovini Oristano, LA.CE.SA. Bortigali, Foi srl Macomer, Fratelli Maoddi Srl Nuragus, Società coop Arborea, Coop L’Armentizia Moderna Guspini, Coop Sa Costera Anela, Coop Unione Pastori Nurri, Coop allevatori Villanovesi, Coop Pozzomaggiore, Coop Lai di Ittiri, Sepi industria casearia Marrubiu, Sarda Formaggi Spa Buddusò, Coop Pastori Oschiresi, Industria Agroalimentare Serra. I produttori e i trasformatori esprimono dunque ancora una volta la loro “profonda preoccupazione per il protrarsi dell’incertezza sul futuro dei lavoratori e delle attività dell’Aras, come è noto messa in liquidazione pur non essendoci motivi di criticità finanziaria ma solo per un disegno di riordino dell’AIA e della competenza sul patrimonio genetico zootecnico nazionale”. La definitiva chiusura della liquidazione dell’Aras è prevista per il 31 dicembre 2020.
“Unendo due problemi si potrebbe arrivare ad una buona soluzione”. Lo sostiene Coldiretti Sardegna che nei giorni scorsi aveva denunciato il quasi dimezzamento in 10 anni del personale dell’assessorato all’Agricoltura, un innalzamento della età media oltre “all’assenza della figura (centrale per il settore) di agronomi dopo una lunghissima assenza di concorsi ad hoc”. Dall’altra la vertenza Aras con il rischio concreto di licenziamento: “un patrimonio di professionalità ed esperienza maturata sul campo: da 30 anni svolgono funzioni di assistenza tecnica in supporto e spesso in sostituzione della pubblica amministrazione”.
“Le lacune nell’organizzazione del personale dell’assessorato all’Agricoltura e delle agenzie agricole, Argea in primis, sono evidenti – secondo Coldiretti Sardegna -: tutto il sistema conta 1.800 dipendenti ma nei punti nevralgici (assessorato e Argea) ci sono delle grosse carenze che si ripercuotono nei servizi rivolti alle aziende agricole. Sono sempre più evidenti due velocità tra imprese agricole e istituzioni che appaiono in modo imbarazzante – sottolinea il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Oltre alla lentezza nei servizi ordinari, i passi avanti del mondo produttivo richiede nuovi e adeguati servizi a cui oggi neppure si pensa essendo sempre sommersi da una rincorsa alle emergenze contingenti. Il Covid ha aggravato e messo ancora di più a nudo queste lacune e l’incapacità di essere pronti e veloci nel dare risposte in questo momento epocale”. Dall’altra c’è una risorsa come l’Aras, “di cui fanno parte tecnici preparati che conoscono il sistema e le problematiche del settore grazie ad un lavoro a stretto contatto con le aziende agricole. Un patrimonio che ha sempre fornito un servizio essenziale per le imprese agricole ma che dall’altra ha sempre vissuto nell’incertezza. Del processo di riorganizzazione del sistema agricolo devono far parte i dipendenti dell’Aras – evidenzia il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Sono una risorsa fondamentale ed affidabile, stabilizzandoli darebbero immediatamente il proprio contributo anche in questo momento di emergenza”.