Una richiesta forte e chiara: la centralità dell’agricoltura nei programmi della Regione con immediata uscita dalla situazione di emergenza, in particolare lingua blu e peste suina. Così la Cia, Confederazione italiana agricoltori Sardegna, bussa alla porta del presidente della Regione Francesco Pigliaru e alla sua Giunta. “Serve subito una svolta – ha detto il presidente regionale Martino Scanu – a cominciare dall’emergenza animale: una cappa che da troppo tempo sta frenando tutto il settore”.
Tra le proposte del direttore generale Velio Ortu, una conferenza regionale delle agricolture e delle ruralità e una legge di settore. Non solo allevamento, anche le coltivazioni hanno necessità di un cambio di rotta. “I numeri sono drammatici- ha commentato Francesco Erbì, presidente provinciale di Cagliari – negli ultimi 10/15 anni abbiamo perso terreno nei confronti del resto d’Italia ed è mancata una vera e propria politica regionale”.
Secondo la Confedereazione degli agricoltori sardi si deve cominciare dalle risorse reali destinate alle agricolture: “Ora rappresentano lo 0,11 del totale della spesa presente in Finanziaria”. Una guerra che va combattuta anche sul fronte europeo: “Chiediamo – spiega la Ci – che si adottino criteri di convergenza ben prima del 2019 e si arrivi alla unificazione del valore del pagamento diretto per ettaro a livello italiano. Bisogna eliminare la vergogna che vede la Sardegna percepire mediamente 125,16 euro per ettaro contro regioni che percepiscono 492,14 (Lombardia) e 494,80 (Calabria) per ettaro”.