Dopo un 2021 chiuso all’insegna del ridimensionamento complessivo per il mercato regionale dei bandi di gara, nel primo trimestre del 2022 si segnala un preoccupante ulteriore calo della domanda, a fronte di una fortissima impennata della spesa. In base all’ultima rilevazione del Centro studi della Cna Sardegna, tra gennaio e marzo 2022 il mercato dei bandi di gara per lavori pubblici in Sardegna risulta quantificato in 131 gare, per un importo a base di gara di quasi 540 milioni. In termini numerici si tratta di una riduzione del 33,5 per cento, che aggrava il bilancio già fortemente negativo registrato nel corso del 2021. Il dato economico, viceversa, definisce una crescita eccezionale, rispetto agli importi in gara nel primo trimestre dello scorso anno: più 449 milioni di euro, di cui 356 relativi al lotto dei lavori finanziati con risorse del Pnrr per potenziare le infrastrutture di telecomunicazioni. Il progetto è articolato in 15 lotti territoriali che in alcuni casi riguardanti ambiti regionali diversi, per un importo complessivo di 3,56 miliardi.
Nel confronto con la dinamica registrata nel primo trimestre degli ultimi anni, risulta con evidenza il progressivo processo di riduzione del numero delle gare, sceso dalle 241 del 2019 alle 197 del 2020 e del 2021, fino alle 131 nell’anno in corso. In termini economici, escludendo la gara infratel, il livello della spesa si attesta su 180 milioni, circa il doppio rispetto al 2021, superiore anche ali livelli 2019 (140 milioni), ma ben distante dai livelli registrati nel primo trimestre 2020, quando era stata promossa la gara per affidare il servizio di conduzione e manutenzione degli impianti di depurazione e fognario.
“ Si accentua la polarizzazione del mercato che vede la domanda locale in forte contrazione e il mercato dei grandi appalti, appannaggio delle grandi imprese esterne, in forte crescita – commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di Cna costruzioni –:”.Il Pnrr accentuerà questi fenomeni che rischiano di marginalizzare ancor più le imprese sarde capaci in tempi ordinari di acquisire solo il 20% dei lavori superiori al milione di euro. Al governo regionale – continuano Porcu e mascia – lanciamo l’appello affinché con urgenza si costruisca una politica industriale per il settore che orienti il modello dell’offerta verso forme più strutturate attraverso l’istituzione e l’utilizzo di strumenti che premino l’aggregazione, la formazione, l’innovazione, i processi di consolidamento e di qualificazione del tessuto produttivo isolano che rischia la beffa di trovarsi indebolito e sempre più ai margini del mercato al termine di un ciclo economico che nei prossimi anni riverserà sul territorio della Sardegna ingenti investimenti infrastrutturali;”
L’analisi delle classi dimensionali descrive la forte crisi di tutte le tipologie di lavori sotto un milione di euro: nel complesso hanno perso più del 40 per cento sia in termini numerici che economici rispetto al primo trimestre 2021. I lavori di importo più rilevante si presentano invece in crescita, anche escludendo la maxi-gara Infratel: se ne contano 27 contro le 16 del periodo corrispondente di un anno fa, per una cifra a base di gara pari 514 milioni che, anche al netto dei 354 milioni per le infrastrutture TLC, rimane ben superiore alla capacità espressa da tale fascia di lavori nel 2021 (45 milioni in tre mesi).
Il mercato nell’anno in corso risulta così estremamente polarizzato, con la domanda locale in forte contrazione e un mercato dei grandi appalti, appannaggio di perlopiù di grandi committenze, in decisa crescita. Scorrendo infatti la lista delle principali gare promosse nel primo trimestre dell’anno, oltre alla gara record, risultano promosse da una grande committenza (imprese a capitale pubblico o enti dell’amministrazione centrale) due delle altre cinque gare di importo superiore a 10 milioni: la concessione demaniale marittima per la realizzazione e l’esercizio di un impianto eolico off-shore di tipo floating nella zona di mare territoriale antistante la costa meridionale della Sardegna, promossa dal ministero dei Trasporti – Capitaneria di porto di Cagliari, del valore a base di gara pari a più di 34 milioni, e la procedura negoziata indetta da Trenitalia per affidare i lavori di potenziamento dell’Imc Cagliari (10,3 milioni). Altre due sono state promosse dal Comune di Cagliari e una dal Comune di Iglesias, e riguardano la gestione integrata della rete viaria del comune di Cagliari, il servizio di gestione del Parco di San Michele sempre a Cagliari, e la concessione della struttura residenziale per anziani del Comune di Iglesias denominata Margherita di Savoia da destinare a comunità integrata. Una sola altra gara supera i 5 milioni, e riguarda l’affidamento congiunto di progettazione esecutiva e lavori per la riqualificazione del Complesso ex clinica pediatrica dell’Università degli studi di Cagliari (8,5 milioni l’importo a base di gara).
La dinamica dei principali gruppi di committenti mostra un declino generalizzato del numero delle gare, a fronte di una crescita degli importi in gara. Gli enti territoriali, che con 111 gare detengono l’85% della domanda (meno dell’80% nel 2021), la riducono quasi del 30%, mentre la relativa spesa risulta in amento di oltre il 70%, per effetto delle gare di importo rilevante promosse dai Municipi, in particolare di Cagliari e Iglesias. Risultato tutto negativo per Province, Aziende speciali e Regione, mentre per gli altri enti territoriali si segnala un aumento generale degli indicatori, in particolare grazie all’attività di comunità montane, consorzi di bonifica ed enti paro.
Per il gruppo delle Grandi Committenze, il bilancio del primo trimestre dell’anno è definito da una contrazione numerica anche più importante rispetto a quella registrata dagli enti territoriali (meno 51 per cento), e un balzo della spesa eccezionale, da 14 a 410 milioni (54 senza la gara Infatel). All’interno del gruppo si segnala l’amministrazione centrale, oltre che per il valore record della spesa, per la dinamica in controtendenza del numero, in crescita rispetto al 2021. Nei primi tre mesi dell’anno risulta inattivo l’Anas, mentre il gruppo delle Ferrovie dello Stato alimenta la crescita della spesa, con la gara promossa da Trenitalia, per un importo di oltre 10 milioni.