Appalti pubblici, imprese sarde al palo. La fetta più grossa a ditte non isolane

Le imprese sarde stanno a guardare. Almeno per quanto riguarda gli appalti pubblici sulle grandi opere in cui altre ditte nazionali o internazionali fanno la voce grossa. Sono i dati che emergono dal report elaborato dalla Cna in cui si evidenza che su quasi 1,6 miliardi di spesa pubblica, per opere infrastrutturali di importo superiore a 1 milione aggiudicate in Sardegna negli ultimi due anni e mezzo, quasi 1,3 lasciano l’Isola: significa che meno del 20 per cento dei fondi resta in Sardegna. Tra gennaio del 2016 e giugno di quest’anno, sono state 207 le gare di lavori pubblici di importo superiore a un milione di euro aggiudicate e solo il 39 per cento di queste è stato preso in carico da realtà sarde, mentre il resto è stato assegnato a competitors provenienti dal continente oppure a imprese internazionali. La situazione non cambia su appalti ancora più grossi, di importo superiore a dieci milioni: su 35 assegnazioni, 30 sono in capo a imprese che provengono da altre regioni. Un fenomeno dovuto anche al fatto che le imprese sarde praticano sconti più bassi, in media attorno al 24,5 per cento, rispetto al 26,2 delle altre ditte. In altre parole, per aggiudicarsi opere di importo medio pari a 3,8 milioni, le imprese sarde hanno offerto uno sconto inferiore di circa 2 punti percentuali rispetto alle altre imprese, assegnatarie di lavori decisamente più rilevanti, pari in media a 10,3 milioni.

L’appello per riuscire a invertire questa tendenza arriva da Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna e presidente di Cna costruzioni: “È urgente una politica industriale per il settore che orienti il modello dell’offerta verso forme più strutturate che assecondino e favoriscano il processo di modernizzazione del tessuto produttivo isolano, attraverso l’istituzione e l’utilizzo di strumenti che incentivino le aggregazioni, premino la formazione, l’innovazione, i processi di consolidamento e di qualificazione dei soggetti imprenditoriali”. Escludendo le imprese sarde, sono quelle che vengono dal Lazio a guidare la classifica di chi realizza le opere in Sardegna con 42 aggiudicazioni, seguite da realtà emiliane, campane e lombarde.  Le imprese sarde si muovono invece nella classe dei lavori medio-piccoli, dove una relativamente meno rigida concorrenza consente di offrire sconti più contenuti.

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