Cresce la spesa ma il numero di gare d’appalto in Sardegna è in forte calo. Questo secondo i dati del report elaborato dalla Cna Sardegna in cui emerge che nel primo semestre del 2020 sono state bandite 418 gare, pari al 12,6 per cento in meno rispetto all’anno scorso. Lievita, invece, la spesa ma solo grazie alle bare bandite da Abbanoa, che ammonta complessivamente a 531 milioni di euro con un incremento di oltre l’85 per cento rispetto al 2019. In questo primo semestre del 2020, sono in flessione i lavori di piccolo taglio, con una riduzione sia di quelli di importo inferiore ai 150mila euro (-12 per cento) e quelli fino a cinquecentomila euro che sono diminuiti sia di numero (-17,5 per cento) che di spesa (-14 per cento).
Di contro c’è una crescita dei maxi appalti, ossia quelli che superano i cinquecentomila euro, che dai settantasette dell’anno scorso arrivano a 87 di quest’anno per un valore complessivo a base d’asta in crescita da 261 a oltre 530 milioni. L’incremento della spesa sfiora il 200 per cento per le grandi opere sopra i 5 milioni.
Le protagoniste del mercato sono le aziende speciali e le Province, mentre sono in forte calo i lavori banditi dai Comuni che in sei mesi hanno promosso solo 253 gare. Prima in classifica in termini economici, la Sardegna si colloca tra le 11 regioni italiane con un calo della domanda superiore alla media nazionale (-10,9 per cento).
“Il carattere determinante del mercato in questo primo scorcio del 2020 è la concentrazione della spesa, per lo più riferita a servizi integrati, in capo ad alcuni soggetti, come Abbanoa o Anas – commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di Cna Costruzioni – a questa concentrazione delle risorse corrisponde una riduzione della domanda dei principali enti locali rispetto al 2019, ma con un tendenziale miglioramento nell’anno in corso, grazie in particolare ad una modesta accelerazione dell’attività delle Province e delle aziende speciali. Preoccupa invece l’ulteriore calo nel secondo trimestre rispetto al primo, della domanda dei municipi”.