La regione storica del Marghine si candida a diventare punto di riferimento nazionale nel miglioramento della produzione delle carni bovine. Lo fa grazie a un progetto che vede la collaborazione di Università, aziende agricole e trasformatori, uniti nell’affinare metodologie di allevamento e lavorazione delle carni, con una maggiore sostenibilità ambientale, maggiore resa e rispetto del benessere animale. Il sodalizio che dall’anno scorso porta avanti il progetto Boes, così si chiama il percorso intrapreso, è formato dalle imprese Fratelli Milia e la collaborazione del Dipartimento di Agraria, sezione di Scienze zootecniche della Università di Sassari con la guida scientifica del professor Alberto Stanislao Atzori, il dottor Francesco Piras come innovation broker e la dottoressa Daniela Auzzas di Credit data research Italia come società di progettazione.
Finanziato da Argea è stato avviato a febbraio 2023. “Il progetto è giunto ora a una fase di studio e ricerca – spiega Antonello Milia, della Milia società agricola – che permette di profilare già nuovi metodi di alimentazione dei vitelli ma anche per quanto riguarda la trasformazione delle carni, nuove metodologie di frollatura. Abbiamo da poco analizzato gli stati di avanzamento del progetto con importanti novità derivate dalla sperimentazione sul campo. Il tutto sotto la supervisione degli accademici che affiancano questo percorso”. Ma non solo, intenzione dei partecipanti è quella di fare degli incontri validi di attività formativa mirata a coinvolgere e sensibilizzare gli attori chiave della filiera. In particolare, sarà organizzato un ciclo di tre giornate formative che includeranno seminari tecnici e living labs di discussione con gli attori della filiera.
“I seminari tratteranno nello specifico alcune delle tematiche cruciali e strategiche della zootecnia sarda – spiega invece Auzzas – quali l’ottimizzazione del sistema produttivo vacca-vitello, l’alimentazione e la gestione del vitellone da carne e la valorizzazione della qualità della carne dei bovini di razza limousine. I temi saranno affrontati e approfonditi da esperti e ricercatori del panorama nazionale. Seminari e living labs saranno aperti ad allevatori, tecnici, trasformatori e consumatori, con l’obiettivo di favorire la diffusione delle conoscenze del settore e lo scambio di idee innovative. Le giornate formative rappresentano un’opportunità unica per consolidare i discorsi di filiera, diffondere buone pratiche zootecniche e affrontare insieme le tematiche critiche della zootecnia sarda e stimolando proposte di nuove sfide e opportunità per migliorare lo standard di allevamento e la qualità e delle produzioni isolane”.
Infatti i risultati ottenuti dalla sperimentazione hanno evidenziato importanti novità e margini di miglioramento nella pratica dell’allevamento e della trasformazione in 3 aree di intervento come indicato dal professor Atzori: “La prima ha previsto una analisi del sistema produttivo attuale di allevamento del vitellone dalla nascita fino allo svezzamento, al fine di ottimizzare il processo nella fase vacca-vitello. Questa ha incluso la raccolta dei parametri riproduttivi, inclusa la fertilità delle vacche e dei parti e quelli dei parametri produttivi e di accrescimento, tramite il rilievo mensile dei pesi dei vitelli, dei loro accrescimenti e dei pesi allo svezzamento. Sono anche stati rilevati i consumi alimentari e dei parametri di razionamento attraverso l’analisi chimica degli alimenti zootecnici e dei pascoli. Inoltre si sta procedendo con l’implementazione di tecniche di allevamento e alimentazione tra cui l’integrazione dell’alimentazione lattea del vitello a partire dai tre mesi di età con concentrato che consente, un recupero più veloce della condizione corporea e dell’attività riproduttiva delle madri, e dall’altro accrescimenti più regolari dei vitelli con pesi allo svezzamento più elevati”.