Le interlocuzioni con Klesch e Alcoa per la cessione dello smelter di Portovesme sono ”reali”, tuttavia la situazione resta ”molto incerta”. È il quadro fatto dal viceministro dello Sviluppo, Claudio De Vincenti, al tavolo sulla vertenza. ”Il Governo, insieme con la task force costituita di recente, continua lo scouting per assicurare all’impianto- e al Sulcis in generale- un futuro industriale, entro la fine del 2014”, si legge in una nota del ministero. Ai piani alti di via Veneto ci sono stati due incontri: prima la riunione della task force (con la Regione Sardegna e i sindacati), poi la riunione del tavolo esteso ad alti dirigenti del ministero del Lavoro e ai massimi esponenti italiani dell’Alcoa. Con l’impegno dell’esecutivo a stringere i tempi per un chiarimento – entro il mese di luglio – sull’effettiva consistenza delle due ipotesi in campo (e quindi sulla possibilità di arrivare ad una trattativa vera e propria), e con l’assicurazione della Regione a procedere alacremente a definire il capitolo ammortizzatori sociali, il confronto si è chiuso mettendo in agenda un prossimo appuntamento per il 23 luglio sia per la vertenza Alcoa sia per il Tavolo Sulcis.
Per la Cgil, “la vicenda che investe lo stabilimento Alcoa di Portoveseme è in una fase di stallo: serve un cambio di marcia e a farsene carico deve essere il governo”. Lo chiedono in una nota comune la Cgil nazionale, Sardegna e Sulcis, insieme alla Fiom nazionale e del Sulcis, al termine di un incontro di oggi al Ministero dello Sviluppo. ”Klesch, che a oggi rimane l’unico interlocutore, non ha presentato alcun piano industriale, in più chiede ad Alcoa di farsi carico dei costi di esercizio, non previsti, qualora gli impianti siano riavviati”, scrivono le organizzazioni sindacali che sottolineano come non si è registrato nessun contratto tra Alcoa e Glencore che viene indicato come l’altro possibile interlocutore per l’acquisizione dello smelter di Portovesme e rimane ancora il problema del costo dell’energia nonostante tutte le rassicurazione del governo.